Nel pacchetto sicurezza presentato dal Governo non ci sono solo norme che puntano all’inasprimento delle leggi in vigore. Recependo un decreto UE del 2007 emanato dall’allora commissario europeo Franco Frattini, il Governo ha dimezzato i tempi di conservazione delle informazioni sul traffico telefonico: gli operatori saranno tenuti a conservare i tabulati non più per quattro ma per soli due anni , mentre restano invariate le tempistiche per il traffico originato attraverso altri servizi.
La discussa direttiva 2006/24/CE, nota anche come direttiva Frattini , ridimensiona i termini fissati nel 2005 dal decreto Pisanu : in sostanza a venire ulteriormente emendata sarà la legge sulla Privacy, che ora prevederà un tetto di 24 mesi per l’immagazzinamento dei dati sulle telefonate, 12 per gli SMS (fatta esclusione per il contenuto degli stessi) e soli 30 giorni per le chiamate senza risposta .
Proprio per gli “squilli” c’è stata la modifica più consistente: il limite di 30 giorni, di gran lunga inferiore al precedente di 12 mesi, è stato valutato come soddisfacente per consentire eventuali indagini giudiziarie , visto che anche una mancata conversazione può, ad esempio, mascherare un impulso lanciato per attivare un congegno esplosivo. Da qui la necessità di conservare le informazioni anche per quanto vera e propria comunicazione non è.
Se per le comunicazioni telefoniche i gestori sono tenuti a registrare orario della conversazione e numeri di telefono coinvolti, luogo di partenza e di arrivo della telefonata, per quanto attiene alle conversazioni in rete vanno immagazzinati indirizzo IP, nome dell’abbonato al servizio, indirizzo di posta elettronica e ovviamente il luogo di partenza della richiesta.
A cambiare è anche il meccanismo sanzionatorio per i gestori tlc e gli operatori che non rispetteranno le nuove regole. Ora il Garante per la Privacy potrà infliggere multe di ammontare compreso tra 10mila e 150mila euro, con valori crescenti in base alla gravità dell’infrazione e alle dimensioni dell’entità coinvolta.
I termini per il recepimento della direttiva erano scaduti lo scorso settembre. Le valutazioni delle modifiche erano slittate tuttavia allo scorso febbraio, ed erano state approvate in extremis dal parlamento e dal governo uscente prima della chiusura della legislatura. All’attuale consiglio dei ministri è toccato dunque provvedere alla ratifica del provvedimento e alle opportune disposizioni per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale .
Luca Annunziata