Metallica, ovvero una delle band più preoccupate dall’evoluzione delle tecnologie di condivisione e file sharing, è ancora protagonista delle cronache digitali recenti. Dopo essere stato involontario fautore della nascita dei network decentralizzati come Gnutella ed eDonkey2000, il gruppo di Los Angeles ha deciso che oltre al P2P anche i blogger non fanno bene al business del metal. O almeno dovrebbero tenere la bocca chiusa .
La cronaca riporta che la band abbia invitato alcuni critici a Londra, per un ascolto in esclusiva di sei brani che andranno a far parte della tracklist del nuovo album attualmente in lavorazione. Neanche a dirlo, le impressioni dei suddetti critici, alcuni dei quali sono noti blogger, sono andate a finire inevitabilmente online, ma a quel punto c’è stata la reazione del management della band fermamente intenzionato a fermare i “leak” e i giudizi considerati troppo affrettati su quello che è ancora un work in progress .
Blog come The Quietus sono diventati oggetto dell’attenzione dei PR , arrivati a chiedere apertamente la rimozione dei contenuti in oggetto anche se i reviewer non avevano firmato alcun genere di accordo NDA , quel genere di contratto che lega al “silenzio” chi viene edotto di una certa notizia, o di un dato brano musicale.
Al posto della preview che tanto ha inquietato i Metallica, The Quietus ha pubblicato un pezzo risalente al 1988 condito da un pizzico di veleno nei confronti delle pretese censorie degli alfieri del metal. Il tutto, precisa l’ editor Luke Turner con una formula variamente interpretabile ma che di certo non testimonia a favore delle abilità nelle relazioni pubbliche della band, “per proteggere gli interessi professionali dello scrittore interessato”.
I Metallica con Internet continuano a creare rumore: hanno posto i loro brani a disposizione su iTunes ma loro malgrado finiscono per mettersi in cattiva luce davanti a quei tanti fan che navigano in rete, e che forse oltre a scaricare dal P2P pagano per entrare ai loro concerti e apprezzano la loro musica. O magari, come suppone Ars Technica , lo fanno in omaggio al motto “bene o male, purché se ne parli”.
Alfonso Maruccia