Google premia la pubblicità. Ma solo quella più veloce

Google premia la pubblicità. Ma solo quella più veloce

Restlyling per l'algoritmo di selezione degli ad da visualizzare accanto ai risultati di ricerca: gli inserzionisti più veloci saranno anche quelli con una maggiore possibilità di comparire sulla pagina
Restlyling per l'algoritmo di selezione degli ad da visualizzare accanto ai risultati di ricerca: gli inserzionisti più veloci saranno anche quelli con una maggiore possibilità di comparire sulla pagina

“Fast is better than slow” è uno dei comandamenti di Google, ed è in rispetto a questa regola aurea che Mountain View ha appena introdotto un nuovo parametro di valutazione per i banner pubblicitari visualizzati sul motore di ricerca. La velocità di caricamento delle pagine dei siti degli inserzionisti sarà il nuovo fattore da considerare per la selezione automatica degli ad.

Google premia i provider di advertising più veloci: “Le keyword con le pagine di arrivo più lente a caricarsi potranno ottenere punteggi di qualità più bassi (e quindi offerte minime più alte) – spiega il blog ufficiale di AdWords – Al contrario, le parole chiave con le pagine di destinazione molto veloci potranno ottenere punteggi più alti e offerte minime più basse”.

Il risultato concreto della modifica agli algoritmi di AdWords sarà che, chi ha la possibilità di avere a disposizione servizi di hosting di maggior qualità dovrebbe veder favorita la propria posizione nei risultati di ricerca. Un meccanismo che, considerando l’importanza capitale di AdWords per il fatturato complessivo di BigG, è sicuramente destinato a scompaginare ancora una volta le carte in seno all’advertising online.

I vantaggi del nuovo meccanismo dovrebbero ad ogni modo essere per tutti. In primo luogo ci guadagneranno gli utenti, che a parere di Google saranno maggiormente soddisfatti e tenderanno, sul lungo periodo, a considerare l’advertising come una risorsa piuttosto che un fastidio o una noia priva di importanza.

E ne approfitteranno naturalmente i professionisti della pubblicità più attenti alla qualità del servizio offerto , in netto vantaggio rispetto a quelli costretti a migliorare per non vedersi rifilare uno “score” troppo basso da risultare profittevole nei risultati di ricerca di BigG.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
20 giu 2008
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