Su web i testi delle canzoni non sfondano

Su web i testi delle canzoni non sfondano

Lo confessano alcuni acquirenti delle (costose) licenze per la distribuzione delle parole della musica. E dicono: a farla da padrone sono le pubblicazioni illegali
Lo confessano alcuni acquirenti delle (costose) licenze per la distribuzione delle parole della musica. E dicono: a farla da padrone sono le pubblicazioni illegali

Il business delle lyrics , vale a dire i testi delle canzoni messi a disposizione online, non si è rivelato quel successo che in molti avevano previsto e sperato . A quanto pare, alcuni dei servizi legali per il download delle parole musicate lamentano poco traffico e costi di gestione troppo alti . I siti illegali la fanno ancora da padrone, e non si intravedono spiragli all’orizzonte.

“Abbiamo ottenuto un successo modesto” rivela il responsabile di Yahoo Music , Michael Spiegleman. Nonostante la sua azienda sia stata la prima ad acquisire oltre un anno fa una licenza da Gracenote, che insieme a LyricFind regna sui destini dei testi in giro per il web, il risultato non è stato in linea con quanto ci si aspettava : “Il servizio garantisce un traffico tutto sommato decente, ma non è decollato e non ha raggiunto i livelli che avevamo previsto inizialmente”.

“Il problema è che non ci classifichiamo in alto” chiarisce Howie Fung, dell’analogo servizio Rhapsody.com . Il problema sono i website che offrono gli stessi contenuti ma senza aver pagato la giusta licenza, e poiché sono sulla piazza da più tempo, vengono indicizzati meglio dai motori di ricerca e dunque ricevono più visite: “Ci sono un sacco di siti illegali là fuori ed è complicato cercare di scalare posizioni: la faccenda non ha funzionato come avremmo sperato”.

Secondo i responsabili di Gracenote, il problema è tutto dei loro clienti : dovrebbero mettere maggiori energie nella lotta a questi siti pirata , che veicolano contenuto non licenziato a scapito di tutti gli altri che sono in regola: “Se lo facessero darebbero una mano a se stessi e all’intero ecosistema” spiega il vicepresidente Ross Blanchard.

In buon sostanza, Gracenote se ne lava le mani: le cronache registrano solo 50 casi per i quali l’azienda si è mossa nel tentativo di arginare il fenomeno della pubblicazione di lyric senza autorizzazione, ottenendo appena 12 chiusure e una sola conversione di un sito da pirata a totalmente legalizzato. Si tratta di MetroLyrics , che grazie al suo passato da bucaniere e alla popolarità che ne è conseguita, oggi si trova davanti un futuro roseo: le visite sono passate da 14 a 22 milioni al mese, e grazie ad una fedina ripulita ora il servizio attira anche l’attenzione degli investitori.

MetroLyrics, dunque, incontra i favori del pubblico e del mondo degli affari: è la dimostrazione che è possibile costruire un business in questo settore, anche se nel caso specifico si tratta di un risultato “dopato” dalla pirateria iniziale. Forse, per attirare maggiormente l’interesse dei consumatori occorrerebbe sviluppare nuove funzionalità , come l’inserimento del testo dentro i file musicali. Sarebbe a dire MP3 con il karaoke integrato.

Sfortunatamente, spiega Spiegleman, ottenere i permessi per questo tipo di iniziativa sarebbe “molto costoso”: secondo gli accordi di licenza attuali, è possibile unicamente visualizzare il testo senza apportargli alcuna modifica, men che meno inserirlo all’interno di un altro file modificabile. Senza contare la necessaria fase di sviluppo e realizzazione che questo nuovo servizio comporterebbe.

L’unica alternativa possibile, secondo Spiegleman, sarebbe alzare il costo finale dei file musicali contenenti anche le parole del testo. Sarebbero i consumatori a scegliere quale dei due contenuti acquistare, selezionando di volta in volta la canzone pura o quella con testo aggiunto . Rinegoziare i termini della licenza, inoltre, appare quantomeno improbabile: Gracenote punta proprio su questi costi aggiuntivi per i servizi premium per riempire le sue casse.

È Jim Hollingsworth, anche lui vicepresidente di Gracenote , a spiegare che la sua azienda è consapevole del costo aggiuntivo che comporterà questa “fase due” delle licenze, ma ribadisce la sua posizione. “Una esperienza migliore attrae più clienti” ribatte, spiegando che i costi finali potrebbero rimanere invariati a fronte del maggiore interesse e del maggior numero di potenziali acquirenti che un MP3 con lyric incluse attirerebbe.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
30 giu 2008
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