Roma – Come previsto da molti (e, come succede ormai da un po’ di tempo a questa parte, lontano dalle manifestazioni ufficiali), la scorsa settimana Apple ha rinnovato la propria gamma di portatili. I notebook sono sempre stati un punto di forza per Apple, che in ogni versione li ha dotati di caratteristiche in grado di competere con i normali computer desktop.
Per tenere il passo con le macchine presentate in estate, l’aggiornamento dei portatili ha coinvolto diversi aspetti. Il primo, e più scontato, è quello dell’aumento di clock dei processori e delle dimensioni dei dischi rigidi; il piccolo iBook è disponibile ora con clock da 700/800 MHz e HD da 20/30 GB, mentre il Titanium arriva fino a 1 GHz di clock con HD da 60 GB e possibilità di montare il Superdrive.
Un ulteriore incremento di velocità e prestazioni riguarda le schede video: sugli iBook trova posto la Radeon Mobility 7500 da 32 MB di RAM (escluso l’iBook entry-level che resta col modello a 16 MB), mentre sulle macchine più professionali ritroveremo la Radeon Mobility 9000 da 64 MB. Per gli iBook si tratta di un aggiornamento molto atteso, che consentirà di sfruttare al meglio ogni potenzialità del nuovo motore grafico Quartz Extreme introdotto con Jaguar.
L?ultimo aspetto dell’aggiornamento della linea, ma non per questo non meno importante, è l’abbassamento dei prezzi. In USA il modello base dell’iBook costa 999 dollari, scendendo così sotto la soglia psicologica dei 1.000 bigliettoni verdi; aggiungendo IVA, tasse doganali e cambio con l’Euro, in Italia lo troveremo a circa 1.300 euro, con un risparmio di ben 360 euro rispetto al modello base della versione precedente.
Con un prezzo estremamente concorrenziale anche rispetto ai PC-Windows, si può avere a disposizione un portatile leggerissimo, con grande autonomia, e con elevate doti di connettività: la macchina dispone infatti di porte USB e Firewire, modem, scheda di rete Ethernet e predisposizione per Wireless Airport.
Il risparmio maggiore lo si ottiene però sul modello top di gamma: il nuovo Titanium con G4 da 1 GHz costa infatti 3.900 euro, quasi 1.500 ?eurini? meno del precedente modello top: rispetto a quest’ultimo, offre un processore più potente, un HD più grande, una scheda video più veloce e, di serie, monta il Superdrive per masterizzare i DVD. Grazie all’introduzione di questo drive, il Titanium diventa a tutti gli effetti una stazione portatile sulla quale (grazie anche al software in dotazione) è possibile produrre, in totale autonomia, un DVD video completo partendo da un filmato su telecamera digitale.
Certamente il modello top non ha un prezzo da poco, ma chi non necessita del Superdive può spendere 1.000 Euro in meno e avere comunque un Titanium in grado di leggere DVD e masterizzare CD-RW.
L’abbassamento dei prezzi, e l’incremento della dotazioni hardware di questa revisione, ha portato sul mercato macchine con un rapporto prezzo/prestazioni ancora più conveniente rispetto a prima. Il prezzo dei portatili Apple è allineato con il resto del mercato, dove per un notebook di marca con schermo da 15″, porta Firewire, connettività wireless e scheda video da 64 MB, si spendono in media 3.500 euro, senza però disporre del Superdrive. Giova inoltre ricordare che sui portatili Macintosh ritroviamo gli stessi processori delle macchine desktop, dunque senza compromessi nelle prestazioni.
Si tratta di un’ottima mossa da parte di Apple che da un lato, grazie al basso prezzo dell’iBook entry-level, consentirà alla casa della mela di mantenere una buona posizione sul mercato educational americano, e dall’altro, in virtù del nuovo modello top con Superdive e prezzo ribassato, darà nuovo stimolo al mercato professionale.
Se proprio vogliamo trovare dei difetti su queste nuove macchine, potremmo recriminare la mancanza di una connessione Bluetooth (comunque realizzabile tramite economici dispositivi USB) e la mancanza di un ingresso audio sull’iBook. Volendo fare un pronostico, è probabile che queste mancanze vengano colmate in occasione del prossimo upgrade, ma per questo (aggiornamenti minori a parte) passeranno probabilmente altri sei mesi, e non è detto che per quel periodo non ci possano essere novità anche sul fronte dei processori.