2008, l'anno zero di Microsoft
Bill Gates se ne va. Cambia l'azienda di Redmond e cambieranno pure gli assetti interni. In futuro potranno esserci sorprese sia sul lato tecnologico che su quello commerciale. Parola di Mary Jo Foley, intervistata da Punto Informatico
Roma - Era atteso da tempo, ma il giorno fatidico è arrivato e passato non senza un certo clamore: Bill Gates ha lasciato il suo lavoro a tempo pieno in Microsoft, ufficialmente per dedicarsi alla sua attività filantropica, grazie alla fondazione creata qualche anno fa. Cosa succederà ora alla sua azienda? C'è chi indica la partenza di Gates come l'inizio della fine della BigM che conosciamo, altri sono più ottimisti: di certo Microsoft cambierà, in meglio o in peggio è da vedersi.
Per cercare di fare il punto sull'evoluzione dell'azienda di Redmond, Punto Informatico si è rivolto ad una delle voci più autorevoli in materia: Mary Jo Foley, blogger-editorialista e autrice di un recente libro intitolato Microsoft 2.0, che tenta proprio di spiegare come l'azienda fondata 33 anni fa da Gates pensa di riuscire a restare a galla dopo la sua partenza.
Punto Informatico: Dunque Mr. Gates se ne va. Nel suo libro, lei racconta di questa condizione tutta nuova per manager e dipendenti di Microsoft: ma Bill Gates è davvero insostituibile, oppure Microsoft può sopravvivere alla sua partenza e alla sua eredità?
Mary Jo Foley: Credo che Gates sia davvero insostituibile. Il CEO Steve Ballmer non può rimpiazzarlo, né può farlo il chief sowftware architect Ray Ozzie. Ma non credo che questo significhi che Microsoft sia morta o stia morendo.
PI: Chi prenderà il suo posto allora?
MJF: Gates ha di recente spiegato che si aspetta che i 22 technical fellow, più Ray Ozzie e Craig Mundie (il capo della ricerca e della strategia) - 24 persone in totale - lo rimpiazzino. L'azienda ha un piano per il futuro e ha molti interessanti progetti in preparazione - dal modello di strategia/architettura Oslo, a Live Mesh, fino a Midori (un nuovo sistema operativo che non sarà basato sul core di Windows).
PI: La nuova Microsoft sarà una azienda centrata su Steve Ballmer come lo è stata su Bill Gates sin dai primi anni?
MJF: No, non credo. Gates ha ricevuto molto credito per aver fondato l'azienda ed è stato visto come il perfetto uomo immagine di Microsoft da molti osservatori sia dentro che fuori la company. Ora Ballmer è senz'altro "il comandante in capo", non c'è dubbio. Ma poiché è più un commerciale che un tecnico, ritengo che il pubblico lo considererà più come un manager di Microsoft, invece che colui che definisce lo "spirito" della società.
PI: Sarà anche che il mondo è cambiato?
MJF: L'industria IT è cambiata molto rispetto a quando Gates ha fondato Microsoft 33 anni fa. L'azienda, sotto la sua guida, ha avuto la possibilità di cambiare il business del PC convincendo (anche con la forza) i produttori a preinstallare Windows. Così Microsoft è diventata grande e ricca. Ora l'industria è molto più frammentata. Certo, Google è il monopolista del search, ma non credo sia oggi più possibile che un nuovo monopolista detenga nelle sue mani l'intero comparto IT. Google, ad esempio, ne possiede/controlla solo un pezzo relativamente piccolo.

Punto Informatico: Dunque Mr. Gates se ne va. Nel suo libro, lei racconta di questa condizione tutta nuova per manager e dipendenti di Microsoft: ma Bill Gates è davvero insostituibile, oppure Microsoft può sopravvivere alla sua partenza e alla sua eredità?
Mary Jo Foley: Credo che Gates sia davvero insostituibile. Il CEO Steve Ballmer non può rimpiazzarlo, né può farlo il chief sowftware architect Ray Ozzie. Ma non credo che questo significhi che Microsoft sia morta o stia morendo.
MJF: Gates ha di recente spiegato che si aspetta che i 22 technical fellow, più Ray Ozzie e Craig Mundie (il capo della ricerca e della strategia) - 24 persone in totale - lo rimpiazzino. L'azienda ha un piano per il futuro e ha molti interessanti progetti in preparazione - dal modello di strategia/architettura Oslo, a Live Mesh, fino a Midori (un nuovo sistema operativo che non sarà basato sul core di Windows).
PI: La nuova Microsoft sarà una azienda centrata su Steve Ballmer come lo è stata su Bill Gates sin dai primi anni?
MJF: No, non credo. Gates ha ricevuto molto credito per aver fondato l'azienda ed è stato visto come il perfetto uomo immagine di Microsoft da molti osservatori sia dentro che fuori la company. Ora Ballmer è senz'altro "il comandante in capo", non c'è dubbio. Ma poiché è più un commerciale che un tecnico, ritengo che il pubblico lo considererà più come un manager di Microsoft, invece che colui che definisce lo "spirito" della società.
PI: Sarà anche che il mondo è cambiato?
MJF: L'industria IT è cambiata molto rispetto a quando Gates ha fondato Microsoft 33 anni fa. L'azienda, sotto la sua guida, ha avuto la possibilità di cambiare il business del PC convincendo (anche con la forza) i produttori a preinstallare Windows. Così Microsoft è diventata grande e ricca. Ora l'industria è molto più frammentata. Certo, Google è il monopolista del search, ma non credo sia oggi più possibile che un nuovo monopolista detenga nelle sue mani l'intero comparto IT. Google, ad esempio, ne possiede/controlla solo un pezzo relativamente piccolo.