Futuro radioso in vista per OpenID , il servizio che permette di portare in giro per mezzo web le stesse username e password senza la necessità di ulteriori registrazioni per fare e-commerce, commentare news, partecipare al brusio senza fondo dei network “social”. Proprio due pesi massimi del suddetto social networking si sono dimostrati favorevoli all’ adesione allo standard open source .
Dopo l’ adozione di Google , dunque, la OpenID Foundation incassa l’appoggio di MySpace e si prepara a ricevere, in un futuro molto prossimo, il supporto di quel Digg che al momento è sulla bocca di tutti . MySpace dà ora la possibilità ai suoi utenti di trasformare gli URL delle pagine personali in account validi per accedere al circuito OpenID , che al momento conta 120 milioni di “identità” telematiche e 4.500 siti convenzionati.
MySpace va ad affiancarsi alla già citata Google e a Microsoft, IBM, VeriSign, WordPress.com, Yahoo!, AOL, BBC e altri ancora nel supporto al “sogno” di autenticazione universale sul web, liberando gli utenti da decine di password diverse.
Secondo quanto dichiarato da Jim Benedetto, dirigente MySpace, “partecipare a OpenID segna il prossimo passo nell’obiettivo di MySpace di permettere ai nostri utenti di portare in giro per il Web i propri indirizzi URL personali”.
Parimenti al supporto a OpenID, il network di proprietà di Fox Interactive Media ha annunciato di aver stretto accordi con Flixster ed Eventful , proprio per offrire maggiore possibilità di condividere informazioni, dati e profili sul web.

Digg, dal canto suo, è alacremente impegnato a implementare il supporto per la condivisione dei profili con Facebook, il grande rivale di MySpace ma, come evidenziato dagli screenshot pubblicati da TechCrunch , offrirà molto probabilmente la “opzione OpenID” nello stesso periodo di tempo , attualmente previsto per il prossimo autunno.
Se un post di Kevin Rose, founder di Digg, continua a segnalare la disponibilità entro breve del nuovo canale di accesso universale, l’azienda non conferma. Rimane da comprendere il mistero di un simile silenzio , spiegabile almeno in parte con la volontà di mettere in primo piano l’accordo di partnership con Facebook.
Alfonso Maruccia