La cosiddetta Legge Orwell che ha dato il via, nelle scorse settimane, a un piano di controllo distribuito della società svedese quasi senza precedenti in Europa e nel mondo, non accenna a sparire dalle cronache locali e da quelle di rete. Protagonista, anzi vittima, dell’ultima involuzione della vicenda è Henrik Alexandersson , un blogger che ha messo in rete un documento che mostra i trascorsi di Forsvarets radioanstalt (FRA), l’agenzia governativa che ha in gestione il supercomputer responsabile della sorveglianza globale prevista dalla legge Orwell.
Il documento contiene una serie di informazioni sulle comunicazioni via cavo tra privati risalenti al 1996, includendo tra le altre cose numeri di fax russi. Alexandersson sostiene che quello di cui è venuto in possesso sia una prova del fatto che già 12 anni fa FRA aveva sotto controllo le comunicazioni cablate da e verso la Svezia. In tal senso la legge Orwell non sarebbe altro che la ratifica legale di un comportamento pregresso, pratica a quanto pare piuttosto comune nelle democrazie occidentali.
“No, il documento non mostra affatto una cosa del genere. Non monitoravamo i cavi ma le onde radio” sostiene il direttore di FRA in risposta alle accuse del blogger. FRA è stata fondata durante la Seconda Guerra Mondiale proprio con il compito di intercettare e analizzare i segnali di comunicazione alla ricerca di pericoli esterni . Funzione che, con l’entrata in vigore legge Orwell, potrebbe assumere un significato del tutto nuovo e decisamente indigesto alla società civile svedese.
Una società che protesta contro la volontà espressa dall’agenzia di trascinare in tribunale Alexandersson. Quel documento è classificato, dice FRA, quindi deve essere rimosso dalla rete. Ma il documento difficilmente sparirà da Internet ora che è diventato un caso universalmente noto .
“È ovvio che ora provino a spaventare le persone in modo che informazioni ancora più imbarazzanti non emergano in futuro” dice Alexandersson, ma lui non è disposto a tornare sui suoi passi rimuovendo il documento dal blog. La caccia ai panni sporchi di FRA è dunque aperta, e alla partita ha già detto di voler partecipare anche Peter “Brokep” Sunde di Pirate Bay.
Alfonso Maruccia