Basta con le indagini UE su Microsoft

Basta con le indagini UE su Microsoft

di Gilberto Mondi - Se ogni mossa della softwarehouse diventa un'indagine antitrust, per la Commissione Europea si annunciano tempi duri, e anche per i cittadini UE. Si rischia di porre in secondo piano questioni essenziali, come le TLC
di Gilberto Mondi - Se ogni mossa della softwarehouse diventa un'indagine antitrust, per la Commissione Europea si annunciano tempi duri, e anche per i cittadini UE. Si rischia di porre in secondo piano questioni essenziali, come le TLC


Roma – È notizia di queste ore che la Commissione Europea sta perdendo nuovamente del tempo per studiarsi una serie di lamentele e ricorsi che sono piovuti sul suo tavolo da parte di un certo numero di concorrenti di Microsoft, secondo cui l’azienda di Redmond sta trattenendo informazioni e abusando del mercato.

Sulla questione, che per primo ha tirato fuori il Wall Street Journal, Microsoft per il momento non ha commentato né lo ha fatto Sun Microsystems, che secondo alcuni è dietro a questi reclami come già dietro ad altri, né arrivano dichiarazioni ufficiali dalla Commissione Europea. Tutti segni evidenti che il WSJ ha ragione: la Commissione Europea sta davvero lavorando per capire se può avere un senso aprire una indagine tesa ad accertare se Microsoft stia o meno manovrando illegalmente per guadagnarsi più spazi nel settore del software per device mobili e wireless.

Qual è l’oggetto del contendere? Si chiama Titanium, nome in codice del nuovo software per il server di posta di Exchange, una piattaforma che, stando ai reclami, presenta delle interfacce applicative (API) che garantirebbero un migliore funzionamento se montata su sistemi Microsoft anziché su quelli dei concorrenti.

In apparenza la questione è fondamentale, se si pensa che lo scopo di Titanium è creare un ambiente omogeneo e organizzato per l’interazione dei sistemi mobili di piccole e grandi imprese con le infrastrutture centrali aziendali. Un settore che già ora ma ancora di più in futuro è destinato a rivelarsi “esplosivo”. Eppure suscita non poca inquietudine il fatto che gli uffici della Commissione UE, già sotto assedio per questioni di mercato che toccano da vicino anche l’Italia e che hanno al centro le TLC, siano ancora una volta al lavoro su faccende di questo tipo. I rischi di allungamento dei tempi e di incertezza di mercato sono in ascesa rapida.

Le autorità antitrust dell’Unione già stanno valutando la posizione di Microsoft nel settore dei player multimediali e delle pratiche di mercato nel Vecchio Continente, la speranza ora è che decidano di non aggiungere anche il “Titanium affaire”. E questo non perché la nuova piattaforma non sia fondamentale ma anzi proprio perché tutti i grandi progetti software di Microsoft hanno risvolti eclatanti, essendo le sue piattaforme leader di mercato. Non solo è ovvio che diano fastidio alla concorrenza ma è anche ovvio che più Microsoft produrrà nuovi prodotti, maggiori saranno le conseguenze di quello che combina sul mercato e sui software dei suoi competitor, in un modo o nell’altro.

Se ogni cosa che Microsoft produce deve trasformarsi in una indagine antitrust allora il futuro si annuncia davvero buio.

Gilberto Mondi

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Pubblicato il
19 nov 2002
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