Le attività di social networking sono quelle che stanno maggiormente crescendo nel web 2.0, ossia nella parte di Internet centrata sugli utenti, in cui ognuno può condividere i propri dati con gli altri. Dei 45 GB che una recente ricerca IDC attribuisce, in media, a ciascun essere umano vivente sulla terra, la metà sono dati volontariamente creati e spontaneamente messi a disposizione dall’utente (le loro digital footprint , orme digitali), mentre l’altra metà sono dati necessariamente generati dagli individui nel comune svolgimento della vita quotidiana (la loro digital shadow , ombra digitale).
Benché la mole dei dati personali che vengono prodotti – nello stesso documento si sostiene che la nascita di un bimbo provochi, nei paesi occidentali, la registrazione di circa 250 GB di dati – sia quantitativamente e cognitivamente enorme, sono in vendita dei device di memorizzazione abbastanza grandi da poter contenere tutta la vita digitale di un essere umano e abbastanza economici da essere alla portata di chiunque.
Ad esempio, se l’aumento della capacità della smartcard continuerà nel prossimo periodo con l’attuale differenziale, entro il 2011 avremo smart card da 64 GB al costo di una trentina di euro. Ci sono nella ricerca altri dati curiosi: il numero dei bit memorizzati nei nostri hard disk è superiore al numero stimato di stelle nell’universo e se l’umanità continuerà ad accumulare “atomi digitali” con questo ritmo, di un fattore 10 ogni 5 anni, tra quindici anni il numero di bit prodotti sorpasserà il numero di Avogadro, ossia il numero di atomi presente in un grammo-atomo di materia: 602.200.000.000.000.000.000.000 (6×10^23).
C’è anche nella ricerca un dato interessante per i molti discorsi che si sentono fare in tema di privacy ormai da qualche anno: per la prima volta nel 2007, la quantità di byte generata dall’attività umana e automatica in rete è stata superiore della capacità complessiva di memorizzazione. Ossia nel 2007 sono stati prodotti e si sono generati una quantità di dati superiore alla capacità dei supporti di memorizzazione globalmente prodotti.
Secondo lo studio citato, a partire dal 2015 la maggior parte dei dati generati dal funzionamento della rete, tipicamente i file di log, sarà necessariamente, per motivi tecnici ed economici, transeunte, verrà cancellata nel giro di pochi minuti. Se le previsioni fatte si dovessero verificare, gli utenti della rete ritornerebbero ad essere di fatto anonimi, come prima dell’avvento dell’ICT, quando i dati personali erano difficili da raccogliere, da memorizzare e da organizzare.
Andrea Rossetti
Filosofia del diritto / Informatica giuridica
Università Milano-Bicocca