Mentre ancora si sta cercando di delineare per intero l’identità del successore di Windows Vista, noto con il nome in codice di Windows 7 , il gossip hi-tech sta spostando la sua attenzione su un futuro ancora più lontano, quando Windows… non sarà più Windows: per lo meno, non quello che conosciamo oggi. Di questo misterioso sistema operativo, oggi noto come Midori , si conosce ancora molto poco, ma qualche dettaglio in più lo ha fornito nei giorni scorsi SDTimes , che è riuscito a mettere le mani su di un documento interno di Microsoft .
Le informazioni contenute nel documento confermano che Midori verrà sviluppato da zero , e taglierà ogni legame con l’attuale architettura Windows NT . Questo software implementerà probabilmente molti dei concetti alla base di Singularity , un sistema operativo sperimentale sviluppato in seno a Microsoft Reasearch e presentato ufficialmente verso la fine del 2006. Come quest’ultimo, Midori si baserà su “codice gestito” ( managed code ), ossia eseguito da un motore runtime all’interno di una macchina virtuale (così come quello dei linguaggi Java e C#), e adotterà probabilmente la tecnica Software Isolated Process , che garantisce un maggiore isolamento tra processi e, di conseguenza, un migliore livello di affidabilità dell’intero sistema.
Midori sarà in grado di girare direttamente su hardware nativo (x86, x64 e ARM), all’interno di una macchina virtuale creata con Hyper-V, o persino come processo di Windows : quest’ultima tecnica è simile a quella implementata dalla tecnologia Cooperative Linux ( coLinux ), che permette di far girare il kernel di Linux come un processo di Windows, garantendogli pieno accesso all’hardware (con diversi benefici in termini di performance).
Le tecniche succitate dovrebbero poi consentire a Midori di far girare le attuali applicazioni Windows fianco a fianco con quelle native , assicurando così agli utenti – specie a quelli aziendali – un percorso di migrazione più agevole e “senza strappi”.
Il futuro Windows segnerà il passaggio dall’attuale e ormai datato approccio desktop-centrico ad un modello di computing più flessibile e moderno , incentrato sul web e sulle risorse distribuite: in un termine, cloud computing . Microsoft si prepara dunque a scenari d’utilizzo dei sistemi operativi molto differenti da quelli attuali, che prevedono l’uso sempre più massiccio di applicazioni, servizi e spazi di archiviazione dislocati su server remoti. Se oggi si accede a tali risorse principalmente per mezzo di un browser, in futuro sarà il sistema operativo stesso a fungere da interfaccia con il Web : la prima conseguenza è che le web application potranno essere utilizzate dagli utenti in modo del tutto simile alle tradizionali applicazioni desktop.
Aderendo in pieno alla filosofia del cloud computing, Midori estenderà le tradizionali tecnologie di gestione e trasferimento dei dati, come compressione, cifratura, replicazione, indicizzazione e ricerca, alle risorse distribuite: ciò consentirà agli utenti di utilizzare i dischi di storage su Internet alla stessa stregua di quelli locali, e questo senza ricorrere a software di terze parti.
L’architettura di Midori sarà di tipo asincrono , ottimizzata per l’utilizzo simultaneo di più risorse (sia locali che distribuite) e in grado di gestire dinamicamente le risorse di sistema (CPU, memoria, disco, rete ecc.) in base al carico di lavoro, alle priorità di utilizzo e altri criteri stabili dall’utente.
Per distribuire le applicazioni in modo più efficiente tra più core, processori o server, la futura piattaforma di BigM utilizzerà la cosiddetta Asynchronous Promise Architecture , capace di astrarre le caratteristiche delle macchine fisiche e dei processori: questa tecnologia permetterà anche agli sviluppatori di scrivere applicazioni maggiormente ottimizzate per l’esecuzione parallela e il multithreading.
Midori porterà poi a pieno compimento il percorso verso la modularizzazione del sistema operativo già intrapreso da Microsoft con Windows 7. La sua architettura sarà infatti progettata per essere divisa in componenti , massimizzando in questo modo flessibilità (gli utenti potranno installare solo i componenti a loro realmente necessari), le performance (ad ogni componente sarà possibile assegnare core o processori fisici differenti) e la sicurezza (ogni componente verrà eseguito all’interno di un ambiente protetto che lo isolerà dal resto del sistema operativo).
La modularizzazione di Midori inizierà dal suo kernel, che sarà diviso in due livelli separati : il primo, basato su di un’architettura a microkernel, avrà il compito di gestire le funzionalità di basso livello, come l’accesso all’hardware, l’assegnazione del tempo macchina a ciascun task e il risparmio energetico; il secondo si occuperà invece delle funzionalità di più alto livello, come la gestione di file e cartelle, il multimedia, l’esecuzione delle applicazioni ecc.
Per il momento Midori rimane un progetto di ricerca, e come tale privo di una roadmap definita . È pertanto probabile che la sua prima incarnazione non raggiungerà il mercato prima della metà del prossimo decennio.