Il web 2.0? È storia vecchia ormai: immaginando le frontiere della comunicazione telematica, Mozilla si è inventata Ubiquity , un esperimento “per connettere il web con il linguaggio”.
Aza Raskin annuncia il nuovo parto di Mozilla Labs lamentando le tediose operazioni necessarie a condividere informazioni disponibili su servizi e siti web diversi: “Stai scrivendo una mail per invitare un amico a un incontro in un ristorante di San Francisco dove nessuno dei due è mai stato – esemplifica Raskin – Ti piacerebbe includere una mappa. Oggi, una cosa del genere implica i lavori disgiunti della composizione del messaggio su una mail, la creazione di una mappa su un sito apposito, la ricerca di recensioni sul ristorante su un motore di ricerca, e infine la copia di tutti i link nel messaggio in via di composizione”.
La situazione peggiora ulteriormente sui dispositivi handheld , continua Raskin, le cui limitate capacità di interazione rendono il tutto sostanzialmente impossibile. Ubiquity è la risposta di Mozilla alla complessità di tutte queste operazioni: una sintesi di un’interfaccia in grado di frapporsi tra le richieste dell’utente, poste in un linguaggio il più naturale possibile , e i servizi web sottostanti richiamati automaticamente.
Il web, attraverso Ubiquity, nasconde la propria complessità tecnica per limitarsi a fare quello che gli utenti vorrebbero facesse , cioè il lavoro sporco di ricerca, la consultazione degli engine specialistici, il copia e incolla di informazioni digitali siano esse testo, video o qualsiasi altra cosa.
Nel video di presentazione della prima alpha del nuovo esperimento di Mozilla Labs, l’utente si limita a digitare quello di cui è alla ricerca in linguaggio naturale, e in tutta risposta il browser restituisce una serie di risultati scovati tra alcune decine di servizi web. L’individuazione di una mappa su Google Maps, il copiaincolla della suddetta all’interno della mail citata a esempio, l’inclusione di recensioni sul locale divengono operazioni distanti pochissimi clic e pochissimo sforzo . Internet si trasforma , da strumento che parla un linguaggio sostanzialmente tecnico e specialistico, a qualcosa in grado di comprendere le reali esigenze dei netizen.
Attualmente Ubiquity viene distribuito nella forma di una estensione per Firefox , con il codice sorgente rilasciato (come tutto il software Mozilla) sotto licenza open source . Essendo appena nato, il “mashup generator” che vuole semplificare la rete rappresenta solo l’inizio: le aspettative per il nuovo parto Mozilla sono piuttosto alte.
Alfonso Maruccia