Oltre seicento voli rimasti a terra, 60mila viaggiatori inviperiti e controllori costretti a chiamare i piloti per capire dove dovessero andare. È questo il risultato di un problema al software di un PC della Federal Aviation Administration ( FAA ), localizzato a sud di Atlanta, Georgia, e incaricato per il National Airspace Data Interchange Network di smistare i piani di volo a favore degli aeroporti dell’intera parte orientale degli Stati Uniti.
“Stavamo lanciando il software, come avviene ordinariamente due volte al giorno – ha dichiarato ad Associated Press l’ufficiale di FAA Hank Krakowski – Durante l’operazione qualcosa si è corrotto nel file, e l’evento ha buttato giù il sistema”. In conseguenza di ciò lo smistamento dei piani è stato automaticamente dirottato verso l’altro computer del network, sito in Salt Lake City, normalmente responsabile della parte occidentale del traffico aereo degli States.
Il sovraccarico di lavoro ha però mandato in tilt anche quest’ultimo sistema, causando un blocco durato alcune ore con la conseguente impossibilità, da parte dei controllori, di dare l’OK ai decolli. Una situazione che ha costretto alcuni dei suddetti controllori a informarsi personalmente via radio con i piloti per inserire i dati nei terminali e dare il via libera al volo.
Krakowski pone l’accento sull’età delle attrezzature informatiche impiegate per gestire strutture vitali come quelle del controllo dei voli civili: il PC andato in blocco ad Atlanta ha la bellezza di 20 anni sul groppone, ed entro quest’anno è destinato al pensionamento. Non bastassero i PC antidiluviani, denuncia l’ufficiale, gli attuali metodi di tracciamento dei velivoli fanno affidamento su tecnologie radar risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.
FAA spinge da tempo per l’ammodernamento degli apparati per il controllo dei voli, passando dai radar di terra a un network satellitare da affiancare all’equipaggiamento di tracciatori GPS su tutti i mezzi da monitorare. L’episodio del blocco di Atlanta, dice Krakowski, testimonia quanto ciò sia indispensabile.
Alfonso Maruccia