Microsoft: IE8 non è Chrome

Microsoft: IE8 non è Chrome

Rispedite al mittente le critiche sulla funzione di autocompletamento simile a quella del browser di Google. Con una precisazione sulla questione privacy
Rispedite al mittente le critiche sulla funzione di autocompletamento simile a quella del browser di Google. Con una precisazione sulla questione privacy

Potranno avere qualche feature in comune, potranno forse sembrare identici nel funzionamento, ma non lo sono: Microsoft ha voluto chiarire che la prossima release di Internet Explorer, l’ottava, impiega un meccanismo di autocompletamento degli URL nella barra degli indirizzi che ricorda il funzionamento dell’analogo elemento del browser di Google, Chrome. Ma da quest’ultimo differisce profondamente per quanto si trova “sotto il cofano”.

“Teniamo traccia del minimo possibile delle informazioni di identificazione” ha spiegato uno dei responsabili del progetto IE, Cyra Richardson : “Registriamo l’URL visitato, la versione del browser e alcune informazioni generiche sulla localizzazione del richiedente”. Ovviamente per svolgere questi compiti è necessario registrare anche l’IP , vale a dire il numero che identifica in rete l’utente che ha effettuato la richiesta: ma la politica sulla sua gestione, raccontano da Redmond, è molto differente da quella adottata a Mountain View.

L’indirizzo IP, infatti, è necessario innanzi tutto ad individuare a chi rispedire le informazioni necessarie a portare a termine le procedure di autocompletamento, nonché ad identificare le “informazioni generiche sulla localizzazione del richiedente”. Ma, assicurano i tecnici di BigM, questi dati potenzialmente sensibili vengono eliminati non appena viene completata l’operazione: “Raccogliamo l’indirizzo IP, ne estraiamo le informazioni di cui abbiamo bisogno e quindi lo eliminiamo” precisa Andy Zeigler , program manager di IE, che sottolinea anche come il database dei suggerimenti non includa in alcun modo una voce relativa agli IP richiedenti.

Google Chrome, nei giorni seguenti al suo rilascio , era stato oggetto di una profonda analisi per quanto riguarda il meccanismo di funzionamento della sua OmniBox , che è un po’ motore di ricerca, un po’ barra degli indirizzi. Qualcuno era arrivato a denunciare l’esistenza di un vero e proprio keylogger all’intero del browser, in grado di riferire a BigG istante per istante tutto quanto digitato all’intero del browser, refusi compresi. Anche su questo punto, Microsoft ha voluto dire la sua.

Non tutto quanto inserito nella barra degli indirizzi viene comunicato a Redmond: a differenza di quanto accade in Chrome, dove anche senza che l’utente abbia premuto il tasto Invio i dati fluiscono tra browser e astronave madre, in IE8 occorre che un sito transiti nella cronologia del programma – e quindi sia stato effettivamente visitato – prima che i dati vengano scambiati tra l’utente finale e i server di BigM. Inoltre, Chrome trasmetterebbe alla base anche informazioni custodite in alcuni cookie , pratica assolutamente esclusa da Explorer.

Quello che manca nelle dichiarazioni di Microsoft sono due aspetti di IE8 che non vengono menzionati esplicitamente. Il primo è che i dati raccolti, sebbene più “innocui” (sono parole di Richardson) vengono conservati per il doppio del tempo di quelli registrati da Google con Chrome: 18 mesi . Inoltre, la mancanza del codice sorgente dell’applicazione fa sì che le uniche informazioni fornite sulla data retention siano quelle comprese nella licenza d’uso . Occorre dunque fidarsi di quanto scritto, oppure tentare di dare un’occhiata al traffico in entrata e uscita dal browser.

Da parte sua, Google ha già mostrato comunque una certa disponibilità a discutere anche della questione Suggest : il 2 per cento dei dati raccolti durante le ricerche è stato azzerato in seguito alle polemiche . Anche Microsoft si mostra disponibile al dialogo: “La beta 2 (di IE8, ndr) è un’opportunità per raccogliere feedback e modificare il prodotto di conseguenza – ha concluso Richardson – Riesamineremo la policy e, se necessario, la sottoporremo a revisione”.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
16 set 2008
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