CPU, Intel apre l'era six-core

CPU, Intel apre l'era six-core

Presentati gli Xeon di nuova generazione, CPU capaci di integrare fino a sei core e un massimo di 16 MB di cache di terzo livello. Entreranno in server capaci di scalare, in taluni casi, fino ad un centinaio di core
Presentati gli Xeon di nuova generazione, CPU capaci di integrare fino a sei core e un massimo di 16 MB di cache di terzo livello. Entreranno in server capaci di scalare, in taluni casi, fino ad un centinaio di core

San Francisco (USA) – Abbandonata la corsa ai megahertz, la sfida tra Intel e AMD si gioca ora sulle architetture multicore, un terreno sul quale BigI ha ieri schierato le prime CPU x86 six-core del mercato. I nuovi chip, noti con il nome in codice Dunnington , hanno fatto il loro ingresso sul mercato dei server hi-end, rivolgendosi in modo particolare ai sistemi dedicati alla virtualizzazione.

Prodotti con un processo a 45 nanometri, e progettati con un design monolitico (tutti i core sono integrati sullo stesso pezzo di silicio), i processori Dunnington arrivano sul mercato con il nome commerciale di Xeon 7400 , una nuova serie di CPU che comprende anche versioni a quattro core. I nuovi Xeon integrano fino a 16 MB di cache L3 condivisa, una soluzione inedita per questa famiglia di CPU, e raggiungono una frequenza massima di clock pari a 2,66 GHz . Il socket di questi chip è lo stesso della serie 7300 , una caratteristica che agevola l’aggiornamento degli attuali server Intel-based alle nuove CPU.

Anche gli Xeon 7400, come già la serie che li ha preceduti, include la tecnologia di virtualizzazione FlexMigration , pensata per semplificare la migrazione live delle macchine virtuali verso host che montano Xeon di vecchia generazione (precedenti alla serie 7300). Tale caratteristica viene già sfruttata dalla funzione VMotion di VMware.

Intel sostiene che i nuovi Xeon sono in grado, in scenari d’utilizzo ottimali, di fornire fino al 50% in più di performance : questo consumando una quantità di energia pari o di poco superiore ai precedenti modelli 7300.

I due modelli meno affamati di energia elettrica sono il quad-core L7445 , con thermal design power di 50 watt, e il six-core L7455 , che con un TDP di 65 watt fissa il consumo per core a soli 11 watt . Entrambi questi chip, che hanno per target i server blade, girano a 2,13 GHz e montano 12 MB di cache L3. Tutti gli altri modelli hanno un TDP di 90 watt ad esclusione del top di gamma, l’X7460, che con i suoi 2,66 GHz di clock e 16 MB di cache può arrivare a consumare un massimo di 130 watt. Per una sintesi delle specifiche tecniche si veda la tabella a fine pagina.

I prezzi degli Xeon 7400 vanno dai 1.177 dollari dell’E7420 ai 2.729 dollari dell’L7455 e dell’X7460.

Intel afferma che sono già circa una cinquantina i produttori di server ad aver annunciato sistemi basati sugli Xeon Dunnington: tra questi sistemi vi saranno server rack a quattro socket prodotti da Dell, Fujitsu, Fujitsu-Siemens, Hitachi, HP, IBM, NEC, Sun, Supermicro e Unisys; server blade a quattro socket di Egenera, HP, Sun e NEC; e server con scalabilità fino a 16 socket prodotti da IBM, NEC, Unisys e Blue Bell. Queste ultime macchine, catalogabili come big iron , potranno contenere fino a 96 core. “Un numero attualmente gestito da Linux ma non da Windows, il cui limite attuale è di 64 core”, ha spiegato Colin Lacey, marketing vice president di Unisys. “Questa è tuttavia una limitazione di scarsa importanza, visto che là fuori sono pochissime le aziende ad utilizzare sistemi non cluster con più di 64 core”.

( fonte seconda immagine )

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Pubblicato il 17 set 2008
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