L’Arabia Saudita è senza dubbio più famosa per i suoi giacimenti petroliferi che per l’industria hi-tech, ma i suoi monarchi stanno guardando avanti, investendo sempre più denaro nel settore scientifico e tecnologico. Una visione che presto porterà questo paese a dotarsi di uno dei supercomputer più potenti del pianeta.
Il calcolatore si chiamerà Shaheen , nome arabo del falco pellegrino, e sarà realizzato da IBM in collaborazione con l’università King Abdullah University , che diverrà anche la sede del monster di calcolo. Il supercomputer poggerà sull’infrastruttura tecnologica di Blue Gene/P , e sarà pertanto capace di scalare a potenze di calcolo nell’ordine dei petafLOPS. La prima versione di Shaheen “volerà” tuttavia più basso, superando di poco i 220 teraFLOPS: una velocità che oggi collocherebbe il sistema al quinto posto della classifica stilata da Top500.org .
La prima incarnazione del supercomputer arabo sarà costituita da 16 unità rack per un totale di 65536 core, ma nella stanza che ospiterà Shaheen c’è posto per 500 rack: sebbene difficilmente verrà mai raggiunto questo numero, la King Abdullah University ha in piano di potenziare il supercomputer già nel corso del prossimo anno, portandone eventualmente la capacità di calcolo oltre il petaFLOPS.
Shaheen verrà utilizzato per la ricerca petrolifera, ma la monarchia araba spera che il proprio super calcolatore possa anche fungere da richiamo per scienziati di ogni parte del mondo, Europa inclusa. L’Arabia Saudita culla l’ambizione di divenire un centro mondiale d’eccellenza per la ricerca scientifica, e per raggiungere questa meta ha intenzione di mettere a disposizione dei ricercatori stranieri strumenti e servizi di prim’ordine, a partire da alloggi, mense, sale conferenza, mezzi di trasporto ecc.