Ecco come l'Italia usa i supercomputer

Ecco come l'Italia usa i supercomputer

Dopo alcuni mesi ENEA rivela i primi risultati del lavoro svolto con il cervellone CRESCO. Simulazioni avanzate, clima, energie alternative. Punto Informatico parla del monster italiano e di Top500 con un esperto molto molto speciale
Dopo alcuni mesi ENEA rivela i primi risultati del lavoro svolto con il cervellone CRESCO. Simulazioni avanzate, clima, energie alternative. Punto Informatico parla del monster italiano e di Top500 con un esperto molto molto speciale

Accountability è una bella parola inglese che significa qualcosa come “rendicontazione”. Sei “accountable”, per gli anglosassoni, quando sei in grado di “dare conto” ai tuoi interlocutori delle cose che fai o dici, in modo conseguente rispetto ai compiti ed alle risorse a te affidate, quando sei “affidabile”. Nel nostro paese, per la verità, il concetto di accountability non sembra essere troppo popolare: non solo, infatti, non esiste una parola italiana per tradurre l’idea, ma la pratica dell’ accountability non è esattamente sempre al primo posto tra le preoccupazioni di decisori e manager. Per fortuna, però, anche le regole più consolidate alle volte trovano delle eccezioni. E così può accadere che un grande ente di ricerca pubblico italiano organizzi uno workshop internazionale apposta per condividere e “dare conto” dei risultati di ricerca collegati ad un importante finanziamento pubblico.

È quello che è accaduto a Portici tre giorni fa, quando l’ENEA ha presentato presso il proprio centro le ricerche avviate grazie al supercomputer CRESCO , finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca Scientifica con un Programma Operativo Nazionale (PON) da 6 milioni di euro. “Quando lo scorso 6 maggio abbiamo presentato CRESCO”, spiega a Punto Informatico il direttore scientifico del Progetto Silvio Migliori “la domanda più ricorrente da parte dei giornalisti è stata ‘e adesso cosa ci farete?’. Con questa giornata di lavori abbiamo provato a fornire una prima risposta fattiva, illustrando come siano stati impiegati i fondi, quali risultati siano già maturati, e quali siano le potenzialità del supercomputer per la ricerca e l’industria”.

La giornata è stata articolata intorno ad un programma di presentazioni tematiche, nel corso delle quali i ricercatori dell’Ente- e delle organizzazioni partner- hanno illustrato percorso di lavoro ed evidenze ottenute. Massimo Celino , ad esempio, ha raccontato delle sperimentazioni compiute nel campo della Scienza dei Materiali , dove la disponibilità di CRESCO ha reso possibile lo svolgimento di simulazioni avanzate in tre ambiti distinti: comportamento dell’idrogeno ad alte temperature, dinamiche interattive tra elementi organici ed inorganici- con particolare riferimento alle interazioni tra peptidi e grafene-, comportamento atomico di diverse molecole di uso farmaceutico. Dice Celino: “La nuova macchina ci consente di lavorare come se avessimo una sorta di ‘microscopio virtualè: riusciamo a realizzare (e poi a guardare e analizzare) delle simulazioni dei comportamenti dei diversi materiali fin dentro la loro struttura atomica”.

Un altro settore nel quale il supercomputer ha già cominciato a produrre risultati, è quello dello sviluppo di tecnologie energetiche alternative . Qui, come illustrato da Rita Picchia , la potenza di calcolo di CRESCO rende possibili modellizzazioni numeriche dei processi di combustione dei vari materiali prima inattingibili o inefficienti. In particolare, sono già stati realizzati dei codici simulativi utili alla ricostruzione di processo ed alla predizione dei possibili effetti nocivi da combustione di carburanti innovativi, al comportamento di alcuni fluidi gassosi, alla combustione di H2 in condizioni cosiddette “mild”. E facendo riferimento ad una simulazione svolta all’interno del terzo sottoprogetto Picchia nota: “Prima di CRESCO ci volevano 394 giorni a far girare il codice; adesso, pur usando solo 512 dei core del supercomputer, l’abbiamo completata in appena 45 giorni”.

Ed ancora, in una terza presentazione sono stati illustrati i risultati raggiunti grazie a CRESCO nel settore della modellistica climatica. Qui, la disponibilità del nuovo “supercervellone” ha consentito di realizzare simulazioni di tipo “analitico” sull’evoluzione del clima mediterraneo negli ultimi 40 anni, ma anche di cominciare ad elaborare modelli “predittivi”- con particolare riferimento alle dinamiche di interazione tra mare e atmosfera- per il futuro della stessa Regione. Nel pomeriggio, poi, i ricercatori dell’ENEA hanno presentato lo stato di avanzamento dei sotto- progetti di ricerca direttamente collegati a CRESCO, nonché il set di applicativi creati dagli esperti informatici dell’Ente per far girare il supercomputer ed integrarlo all’interno della più ampia GRID Enea.

All’evento ha partecipato come invited speaker anche Jack Dongarra , uno tra i massimi esperti mondiali di supercomputing e creatore tra l’altro della classifica Top500 che i lettori di Punto Informatico conoscono bene . Dongarra, che fa parte del Comitato Scientifico del Progetto CRESCO, è stato intervistato da Punto Informatico nel video qui sopra, toccando tutti i temi principali del supercomputing di oggi, con qualche aneddoto sulla nascita della celebre classifica. Dongarra nel suo seminario ha cercato di descrivere e prefigurare il futuro che si apre per il settore dell’high performance computing, evidenziandone potenzialità e sfide. In particolare, il professore statunitense si è soffermato sulla necessità di immaginare e realizzare nuovi stili di programmazione, adeguati alle nuove architetture “ibride” dei supercomputer multicore , ed alla necessità di progettare codici capaci di auto-adattamento all’ambiente e di auto- recovery rispetto alle system failures (che in ambiente multicore saranno più frequenti).

Da ultimo, le note relative alle partnership esterne. Nel corso della giornata, diversi tra gli speaker si sono soffermati sulla desiderabilità di “aprire” all’esterno le porte del sistema CRESCO, consentendo l’impiego delle sue risorse-dati e della sua velocità di calcolo ad organizzazioni pubbliche e private del territorio . Alcune collaborazioni in questo senso sono già state avviate- come nel caso del laboratorio virtuale per la Fluidodinamica, cui partecipano con ENEA anche AVIOGROUP e una serie di società di servizi di ingegneria ad alto valore professionale SINTECS- ma gli spazi di crescita in questo senso restano grandi. E, probabilmente, quello delle partnership con il mondo imprenditoriale ed amministrativo sarà realmente uno snodo decisivo per il futuro di CRESCO. Tanto più che, dopo aver efficacemente iniziato a beneficare l’ENEA al proprio interno, il supercervellone avrebbe tutti i numeri per cominciare a “fertilizzare” anche il territorio circostante.

a cura di Giovanni Arata

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Pubblicato il
3 ott 2008
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