“Prima tutti erano Webmaster, da colui che realizzava una pagina HTML a colui che montava o settava Apache su un computer. Ognuno cercava di fare tutto. Ora è necessario mirare a possedere competenze specifiche e di nicchia: solo così è possibile entrare, e crescere, nel magico mondo del Web”. Questo il racconto di Roberto Scano , presidente di International Webmaster Association Italy e Pasquale Popolizio , responsabile e coordinatore del Gruppo di Lavoro IWA Italy Web Skills Profiles : stanno coordinando le attività per creare una mappa delle specializzazioni dei lavoratori del Web. La prima bozza è già disponibile online.
Per anni non sono esistite figure specifiche , per anni, ricordano Popolizio e Scano, “la figura più gettonata era il Web Developer, ossia la persona che faceva di tutto: dalla registrazione del dominio, all’ottimizzazione dello spazio Web, alla creazione della grafica, alla programmazione”. Ma poi il quadro si è modificato: “Oggi, grazie anche all’evoluzione della rete e degli strumenti di sviluppo, nonché del mercato prodotto direttamente dalla rete (e-commerce e non solo), si sono create diverse nicchie di specializzazione ed oramai è risaputo che il tuttologo del Web non ha più senso di esistere”. “Per tale motivo – spiegano a Punto Informatico i due rappresentanti di IWA Italy – i progetti Web devono essere sviluppati in team, con diverse figure professionali con differenti competenze tecniche”. Di qui l’esigenza di fare chiarezza nel mercato del lavoro del web per consentire al lavoratore di vendersi meglio, per consentire al datore di lavoro di costruire un quadro completo delle competenze necessarie ad operare in rete.
È per questo motivo che si è fatta sempre più pressante l’esigenza di delineare una mappa delle specializzazioni per coloro che operano e che sviluppano la propria professionalità in rete: se IWA già nel 1998 aveva definito su base internazionale una serie di figure professionali legate al web, collegate ad un sistema di certificazioni rilasciate da un società esterna (VUE) che forniva attestati di competenza di Certified Web Professional, a livello istituzionale pare che siano sempre mancate le iniziative.
Lo stimolo per tracciare una definizione degli skill professionali del Web viene dall’Unione Europea: nel momento in cui il CEN stava delineando i profili professionali afferenti all’ European Qualification Framework ( EQF ) ci si è resi conto che si stavano trascurando le professioni che fanno riferimento al Web. “Il rischio – sottolineano Scano e Popolizio – a quel punto sarebbe stato di aver un EQF per tutti i settori ICT ma senza una specifica caratterizzazione del World Wide Web, finendo per inserire quest’ultimo, come spesso accade anche nel nostro paese, all’interno di generiche competenze informatiche”. In questa contingenza, l’intervento di International Webmaster Association, che ha chiesto e ottenuto di essere riconosciuta come responsabile della definizione della mappa delle specializzazioni. Il quartier generale dell’ Association , da Pasadena, ha così incaricato il coordinatore EMEA Roberto Scano di dare il via ai lavori: il supporto logistico è stato affidato alla sezione italiana di IWA , una delle più attive nel contesto europeo.
Nel dicembre 2006 è iniziato ad intessersi uno scambio di pareri in una mailing list privata e in una serie di incontri telefonici periodici, un incontro face to face è stato organizzato nell’aprile scorso: la prima bozza è stata sfornata alla fine del mese di agosto. Si è lavorato sul circuito delle attività che trasformano un’idea in un sito o in un’applicazione Web ; le macroaree di ideazione e progettazione, marketing e realizzazione si sono ulteriormente diramate e intersecate in attività più specifiche, ciascuna delle quali richiede particolari abilità e competenze. La sovrapposizione di questi skill struttura profili adattivi composti da abilità di base , quelle propedeutiche per lo svolgimento di una professione, qualificanti , quelle che plasmano il profilo personale, e di potenziamento , quelle che possono valorizzare ulteriormente il profilo. È così che si delineano 26 profili, che spaziano dal Front-end Web Developer al Community Manager , dall’ Accessibility Expert al Legal Expert .
Saranno le reazioni e le osservazioni degli operatori del Web a contribuire alla costruzione della mappa definitiva che verrà incastonata nell’EQS. “Il primo documento – illustrano i due rappresentanti di IWA Italy – è stato pubblicato a fine agosto e da allora, oltre alle realtà coinvolte attivamente nel gruppo, il mondo della formazione a vari livelli ha forti aspettative”. Ma il gruppo di lavoro non confida nelle sole aspettative: “Aspettiamo un feedback anche da parte di tutti gli operatori del Web. È chiaro che il gruppo è aperto sia a suggerimenti esterni che a richieste di collaborazione che dovessero essere presentate da aziende, enti o professionisti”. Una volta tracciata la mappa strutturata delle professioni del web, una volta inserito questo tassello nel più generale quadro europeo, ci si aspetta che possa spirare una ventata di cambiamento per i professionisti e per le aziende per cui lavorano. “Le aziende che aspirano a ricercare figure professionali potranno individuare figure specifiche che abbiano determinati skill ben definiti – spiegano a Punto Informatico Popolizio e Scano – I professionisti potranno individuare i profili che maggiormente si adattano alle loro aspirazioni costruendosi percorsi di formazione e lavoro utili ad acquisire quegli skill”.
La stabilizzazione che apporterà la mappa delle professioni del Web investirà dunque anche il settore della formazione : questi attori del mercato “potranno riformulare la loro offerta formativa modulandola sui mattoncini, o skill, che concorrono a delineare un profilo professionale”. “Gli skill e i profili professionali – precisano i rappresentanti italiani del gruppo di lavoro di International Webmaster Association – sono delle linee guida che consentiranno alle realtà che erogano formazione di poter avere un riferimento tecnico (requisiti formativi) su cui basare l’attività dei docenti”. Per quanto attiene invece alle certificazioni – “un termine abusato ultimamente in rete” denunciano Scano e Popolizio – si auspica che gli enti di certificazione che rispettino i requisiti ISO, quali l’indipendenza dal formatore, sappiano aggiornarsi e declinare i titoli riconosciuti sulla base dello schema delle professioni del Web. La speranza, raccontano a Punto Informatico il coordinatore del gruppo di lavoro e il presidente italiano di IWA, “è che, già nelle attività formative erogate tramite Fondo Sociale Europeo, le regioni più illuminate richiedano l’applicazione di skill per il Web riconosciuti – in modo da poter rendere riconoscibile il percorso formativo del discente”.
L’impatto della mappa delle professioni del web sul mondo del lavoro? Basti pensare, spiegano a Punto Informatico Scano e Popolizio, a come si comportano le aziende che ora sono alla ricerca di personale: “Al momento poche di esse sono specifiche nel richiedere figure professionali skillate in determinate aree. È sufficiente aprire una pagina di ricerche di personale qualificato per capire che sono dapprima le aziende a non avere le idee chiare, o meglio, richiedono un sacco di cose e di abilità per coprire, magari, un posto che richiede mansioni meno generiche”. Le aziende , potendo contare su una mappa delle professioni del web, possono cogliere l’occasione per definire meglio le proprie esigenze e investire con più efficienza nella forza lavoro.
Allo stesso modo cambia l’orizzonte per il professionista del web : “Deve poter cogliere l’opportunità dei profili professionali per specializzarsi in aree specifiche: solo in questo modo potrà sperare di avere un ruolo da protagonista o solo anche di valido professionista del Web.” Si profilano all’orizzonte maggiori garanzie per i lavoratori del Web? Non senza mobilitazioni di altra natura: “Retribuzioni e tutele – spiegano Popolizio e Scano – possono essere garantite solamente tramite iniziative normative che però non devono creare nuove caste, ovvero definire ordini professionali per il settore del WWW”.
L’obiettivo della mappa delle professioni, ricordano a Punto Informatico il presidente di IWA Italy e il responsabile del gruppo di lavoro, è quello di “garantire, come richiesto sia dal CEN che dall’Unione Europea, un reciproco riconoscimento delle professionalità tra le diverse nazioni UE (e non solo)”. L’utilità di un punto di riferimento comune emerge con nitidezza se si considera che sono numerosi i lavoratori IT italiani che guardano all’estero per costruirsi una carriera. Scano e Popolizio, a tale proposito, confidano nel telelavoro e ritengono che anche i professionisti italiani del Web possano aspirare a maturare un’esperienza all’estero senza doversi muovere dall’Italia, a patto che “si pensi e si lavori come lavorano e pensano fuori dai nostri confini”. Poco importa però che si miri ad una carriera all’estero o ci si confronti con il mercato del lavoro italiano: “Secondo noi – ribadiscono Popolizio e Scano – la ricetta è solo una: specializzarsi, specializzarsi, specializzarsi”.
a cura di Gaia Bottà