Milano – In Italia i numeri che caratterizzano la piaga del digital divide sono ancora piuttosto importanti. NGI prova ad elencarli, evidenziando che l’11 per cento della popolazione italiana non ha accesso all’ADSL e un altro 3 per cento può contare solamente su una connessione a 640k. L’azienda sottolinea così un problema, per affrontare il quale mette sul tavolo possibili soluzioni, compresa la possibilità di dare copertura a zone di dimensioni limitate, ma con almeno 20 utenti interessati a non essere più “digital divisi”.
Come esempio vengono prese le regioni settentrionali Liguria, Veneto, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia: in queste zone il 13 per cento della popolazione residente non ha accesso all’ADSL, mentre il 3 per cento ha l’insufficiente ADSL fino a 640k: una carenza incresciosa che non ha eguali negli altri paesi industrializzati d’Europa. “I numeri del Digital Divide al Nord e in generale in Italia sono davvero preoccupanti e i disagi che esso crea sono enormi” osserva Luca Spada, amministratore delegato di NGI.
Per questo motivo, prosegue, “abbiamo deciso di investire nella ricerca e nelle nuove tecnologie: per soddisfare questa crescente domanda di mercato. E la risposta di NGI si chiama EOLO, un prodotto nato con l’obiettivo di portare la banda larga nelle zone scoperte e non fornite dal servizio ADSL. In pochi mesi, ad esempio, grazie ad EOLO il 57 per cento delle famiglie residenti al Nord è stata finalmente raggiunta dalla banda larga”.
A livello nazionale, dopo 18 mesi dal lancio, EOLO ha raggiunto una copertura territoriale pari al 29 per cento dei comuni senza ADSL (oltre 3.200 comuni coperti, oltre 100 BTS attive e circa 20mila utenti attivi). E il “piano Anti Digital Divide” di NGI continua, con un investimento di 5 milioni di Euro che entro il 2010 dovrebbero diventare 11, da stanziare con l’obiettivo di coprire con la banda larga il 90 per cento delle regioni citate.
“Il nodo Digital Divide va affrontato e risolto – osserva l’azienda – con una risposta pronta ed efficace da parte di aziende private ed amministrazioni pubbliche, sfruttando al massimo le sinergie fra settore privato e pubblico e intensificando da entrambe le parti gli investimenti”. Secondo Spada “È essenziale che nella lotta al Digital Divide ognuno faccia la sua parte”.
“Quello che chiediamo alle Istituzioni – conclude Spada – è di porre maggiore attenzione al problema intervenendo con proattività. Auspico che la collaborazione che offriamo possa concretizzarsi da subito nel monitoraggio costante e nella segnalazione puntuale dei casi di Digital Divide da parte dei Comuni. NGI è disposta ad intervenire sul territorio per realizzare micro celle di coperture a fronte dell’interesse di soli 20 residenti privati in un singolo Comune, purché l’amministrazione sia interessata a fornirci lo spazio per l’installazione delle BTS gratuitamente e si impegni a darne notizia alla Popolazione”.