Il metal? Come il software libero

Il metal? Come il software libero

L'esperimento di un community manager di Ubuntu: ha rilasciato un album sotto licenza Creative Commons per mettere alla prova un modello di business basato sulla partecipazione della comunità e sulla cultura libera
L'esperimento di un community manager di Ubuntu: ha rilasciato un album sotto licenza Creative Commons per mettere alla prova un modello di business basato sulla partecipazione della comunità e sulla cultura libera

Sperimenta con il metal e con i modelli di business: l’obiettivo è quello di scuotere il pubblico e di renderlo consapevole che la musica è fluida, che può scorrere, mutare di forma e arricchirsi ad ogni passaggio di mano. In ciò consiste l’esperimento di un community manager, la cui esperienza lavorativa con Ubuntu scorre parallela alla sua vita di artista open.

Severed Fifth A lanciare il messaggio e dare in pasto alla rete la propria opera è Jono Bacon , altresì noto come Severed Fifth : community manager per Canonical , si divide fra gli sviluppatori Ubuntu e la sua passione per la musica. Ha rilasciato da poche ore il suo nuovo album, Denied By Reign , disponibile per il download gratuito in formato MP3 e OGG attraverso i canali più disparati: tra torrent e download dal sito, Bacon stima di aver raggiunto le mille copie nel giro di un giorno.

Ma se il riscontro del pubblico non può che entusiasmare Bacon, l’obiettivo è quello di usare la musica come canale per veicolare un messaggio : Severed Fifth ha scelto di non avocare a sé tutti i diritti e distribuisce il suo album sotto la licenza virale Creative Commons Attribution Share-Alike . Libera così suoni gutturali e schitarrate di speed metal, li mette a disposizione del pubblico perché possano rappresentare non solo una fonte di ispirazione, ma anche tasselli di altre opere, mattoni del common condiviso della creatività globale.

Bacon spera altresì di poter dimostrare che la musica può pervadere gli ambienti più disparati, innescando sinergie utili alla promozione e alla visibilità: lo fa chiedendo la collaborazione di tutti e lanciando un esplicito invito ad aiutare ad adattare i brani affinché possano entrare a far parte dell’archivio di musica da suonare con Frets on Fire , il corrispettivo open di Guitar Hero. In questo modo potrà raccogliere un altro elemento per mettere alla prova il modello di business che intravede per la musica del prossimo futuro.

Bacon non si limiterà dunque a propagandare il verbo della cultura libera, ma si confronterà anche con i circuiti economici: nonostante artisti emergenti e artisti di fama come i Nine Inch Nails abbiano scelto di distribuire musica sotto licenze aperte, non esistono ancora meccanismi di retribuzione consolidati. Severed Fifth intende sperimentare un modello di business basato sulla vendita di merchandising e biglietti per esibizioni dal vivo e non mancherà di comunicare con trasparenza gli esiti della propria avventura.

L’obiettivo non è però quello di raggranellare denaro, ma piuttosto quello di mettere alla prova dinamiche tanto radicate nelle origini della musica quanto estranee all’industria. Per questo motivo Bacon ha deciso di fare a meno di qualsiasi mediazione che non sia quella del suo pubblico di ascoltatori, di remixatori, di sostenitori e di diramare il proprio messaggio in rete utilizzando i canali più diversi, da LastFM a MySpace, terreno più o meno fertile per musicisti indipendenti, passando per Facebook e un canale IRC. “Sto cercando di creare un esercito grassroot di fan di Severed Fifth, che possa diffondere l’album, condividerlo, suonarlo, farlo girare e fare in modo che le persone si sveglino e si accorgano che si tratta di un album fondato sulla cultura libera – spiega l’artista – il messaggio più ampio è quello della cultura libera”. Lo scopo è quello di usare l’album per parlare di open content, lo strumento è la comunità, strumento con cui Bacon ha a che fare quotidianamente. “Penso che la mia esperienza di lavoro con le community, in particolare con quella di Ubuntu – racconta Bacon – mi abbia insegnato molto su come costruire reti di persone per fare cose interessanti”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
24 ott 2008
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