UK, impronte digitali prese per strada

UK, impronte digitali prese per strada

Esteso a tutto il paese il Progetto Midas: la polizia fermerà le persone e le identificherà scansionando le loro impronte digitali. Un nuovo tassello per la Società della Sorveglianza. Qualcuno si azzarda a polemizzare
Esteso a tutto il paese il Progetto Midas: la polizia fermerà le persone e le identificherà scansionando le loro impronte digitali. Un nuovo tassello per la Società della Sorveglianza. Qualcuno si azzarda a polemizzare

Se ne parla dal 2006, quando iniziarono le sperimentazioni ma ora la pratica di registrare le impronte digitali di chi circola nel Regno Unito diverrà attività standard delle forze dell’ordine .

scanning Lo ha deciso la National Policing Improvement Agency che, proprio sulla scorta delle sperimentazioni, ha in animo di fornire l’intera rete dei controlli sulla pubblica via di scanner portatili , dispositivi capaci di registrare rapidamente le impronte digitali dei cittadini che osino mettere il naso fuori di casa.

Un tempo si chiamava Progetto Lantern e per contenere le proteste degli attivisti per i diritti civili, NPIA aveva limitato l’uso degli scanner agli arresti o all’identificazione di individui sul luogo di incidenti, crimini e via dicendo. Ora si parla più precisamente di Progetto Midas (Mobile Identification At Scene), con una spesa che si aggirerà intorno ai 35 milioni di sterline questa pratica verrà estesa a qualsiasi caso in cui la polizia ritenga utile la scansione delle impronte digitali. Non che il cittadino sia tenuto a fornirle, ma nel corso delle sperimentazioni la polizia ha registrato quella che definisce “un’ampia collaborazione” da parte delle persone. Le impronte che non rilevino profili di illecito, assicura NPIA, non saranno conservate.

Le impronte catturate coi dispositivi Midas vengono messe a confronto con un database che da tempo ha superato quota 7 milioni di impronte digitali : nel giro di due minuti il soggetto viene identificato. Fino ad oggi, considerando il trasporto in una centrale di polizia, ottenere le impronte di una persona richiede una media di 67 minuti. Un risparmio di tempo, dunque, e di denaro, nonché una maggiore presenza della polizia sulle strade: non doversi allontanare, ha spiegato un rappresentante di NPIA, significa rimanere più a lungo in mezzo al pubblico con la conseguenza di una maggiore copertura di sicurezza.

L’estensione a livello nazionale dello schema di raccolta delle impronte, pur rientrando appieno nella deriva di ordine e controllo intrapresa nel Regno Unito solleva ancora qualche obiezione in chi si ostina a dare centralità ai diritti dell’individuo. L’editorialista Henry Porter ad esempio sul blog del Guardian si interroga sulle conseguenze della novità: “In una società libera, ogni individuo ha il diritto di spostarsi senza che gli venga chiesto di provare la propria identità allo stato. È una funzione fondamentale della società democratica, eppure consentiamo che questo principio sia abbandonato senza che nemmeno una voce si levi in parlamento. Ripeto: ma dove cavolo sono i nostri rappresentanti? Perché non ci difendono?”. Il gruppo che si batte per i diritti civili Liberty , attraverso un portavoce, fa sapere invece che “la polizia deve assicurarsi che le impronte vengano prese solo quando sospettano che qualcuno abbia commesso un illecito e non è possibile conoscerne l’identità”.

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Pubblicato il
28 ott 2008
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