C’è ancora una volta l’iniziativa di Marco Cappato , eurodeputato radicale, dietro un tentativo di capire come stanno le cose nelle scelte tecnologiche, e nelle spese IT, delle istituzioni europee: nelle scorse ore Punto Informatico ha appreso che il Consiglio Europeo ha risposto alle richieste di Cappato, spiegando di non poter rivelare al parlamentare le specifiche degli accordi commerciali che lo stesso Consiglio e le altre istituzioni europee hanno stretto con Microsoft. E questo perché non c’è un interesse pubblico prevalente.
Cappato aveva chiesto, nello specifico, di avere i dettagli dei contratti firmati nel 2005 nonché dello studio sui formati aperti realizzato dal “Comitato interistituzionale dell’informatica”, una richiesta dovuta alla citazione di questi due elementi da parte del Consiglio nella risposta ad una interrogazione sull’adozione dei formati aperti come standard per le istituzioni comunitarie : da qui la richiesta di chiarimenti di Cappato.
Nella risposta del Consiglio di cui Punto Informatico ha potuto prendere visione, si legge che “la divulgazione di tale informazione potrebbe pregiudicare la protezione degli interessi commerciali di Microsoft, poiché questi contratti stabiliscono termini e condizioni specifiche e privilegiate per le Istituzioni UE”.
Il Segretariato generale, che firma il diniego, spiega anche che “in assenza di elementi indicanti l’esistenza di un prevalente interesse pubblico alla divulgazione di tali documenti, il Segretariato generale ha concluso che la protezione degli interessi commerciali di Microsoft, uno dei partner commerciali delle Istituzioni UE, prevale sull’interesse pubblico alla divulgazione”.
Non si conoscono i contenuti, dunque, ma lo stesso Segretariato spiega che quei contratti sono parte di un accordo tra le istituzioni europee e Microsoft, accordi che comprendono licenze, accordi di servizio e altro ancora, il tutto firmato dalla Commissione per conto delle Istituzioni dell’Unione Europea.
Per quanto riguarda lo Studio del Comitato, per quanto possa sembrare incredibile le carte sono andate perdute . Il Consiglio fa infatti sapere di non aver “tenuto copia di questo studio” e consiglia a Cappato di “richiedere eventualmente copia agli archivi del Comitato interistituzionale dell’informatica”.