Esercito USA: la fantascienza ha i giorni contati

Esercito USA: la fantascienza ha i giorni contati

I soldati del futuro si rigenerano come lucertole, controllano le armi col pensiero e sono immuni ai brutti ricordi. E potrebbero essere pronti presto, molto presto
I soldati del futuro si rigenerano come lucertole, controllano le armi col pensiero e sono immuni ai brutti ricordi. E potrebbero essere pronti presto, molto presto

Non è un mistero che da tempo le organizzazioni militari attingano all’immaginario fantascientifico alimentato da tonnellate di film e serial televisivi per trarre nuovi spunti, nuove idee da utilizzare durante le azioni militari. Con il tempo il confine tra realtà e fantascienza si è assottigliato notevolmente, arrivando quasi a fondersi. Ci siamo quasi, almeno stando a quanto emerge dai progetti del Pentagono: parti del corpo auto-rigeneranti, dispositivi guidati telepaticamente per mezzo di impulsi e soldati olografici. Queste sono solo alcune delle novità a cui si lavora, innovazioni che verranno testate presto in un multiplayer virtuale molto simile a titoli blasonati come WoW o Eve Online .

un soldato virtuale A svelare i nuovi piani dell’organizzazione militare statunitense è il dottor John Parmentola , a capo dell’ufficio di ricerca e laboratorio dell’esercito USA. Tante le idee, che prendono per mano a volte studi già affermati per portarli ad un nuovo livello di possibilità di impiego: è l’esempio degli studi fatti sulla comunicazione tra cervello e muscoli. Stando a quanto dichiarato da Parmentola, alcuni pensieri sono in grado di generare impulsi elettrici sulla superficie del cranio. Creando un dispositivo, magari un elmetto in grado di trasformare in azione tali impulsi, si potrebbero avere notevoli vantaggi, ad esempio nelle operazioni in cui le truppe devono essere occultate: utilizzando un sistema appositamente sviluppato, i soldati potrebbero comunicare tra di loro senza emettere alcun suono, oppure potrebbero controllare armi e dispositivi a distanza, senza l’ausilio di cavi.

Ma non solo: in futuro sarà anche possibile cancellare dalla mente ricordi spiacevoli o traumatizzanti. Il tutto riprendendo gli studi fatti dal dottor Joe Tsien, neurobiologo presso il Medical College of Georgia : Tsien è riuscito a cancellare dalla memoria di alcuni gatti il ricordo di alcuni eventi traumatici. Un po’ come con la fantascientifica Lacuna Inc. di Gondry . Da un punto di vista pratico, tale pratica potrebbe risultare utile per cancellare dalle memorie dei soldati esperienze traumatiche. “Sarebbe grandioso eliminare i brutti ricordi, in modo da non doverne più subire alcun condizionamento. Ci sono molti soldati nell’esercito che soffrono di questo problema, soldati vittime della cosiddetta nevrosi da guerra , così come ce ne sono in tutto il mondo” commenta Parmentola.

Un altro degli assi nella manica è sicuramente rappresentato dalla cosiddetta medicina rigenerativa: “I ricercatori non sono molto lontani dalla possibilità concreta di permettere al corpo umano di rigenerare sia gli arti, che gli organi interni, proprio come sono in grado di fare alcuni animali, tipo le salamandre” afferma Parmentola. Per fare ciò gli studi sono focalizzati sull’uso di particelle di grandezza molecolare che fungono da vere e proprie impalcature per sostenere la ricrescita dei tessuti corporei, dissolvendosi quando il materiale biologico si solidifica.

Per finire, nei piani dei ricercatori, anche un complesso sistema che permette di generare complessi ologrammi di soldati ed equipaggiamento, creando una sorta di immagine fantasma da diffondere tra fumo e nebbia, probabilmente un effetto speciale per dare l’impressione di una netta superiorità numerica: “È come utilizzare un pantografo, ricreando su un altro foglio quello che viene tracciato dalla penna. Per poterlo fare, i dispositivi utilizzati nella ricerca utilizzano alcuni aspetti della meccanica quantica”. Tali copie potranno in futuro essere autonome ed interagire, avere emozioni. Una realtà molto più vicina di quello che si può pensare: “Attualmente non mi capita di rado di interagire con questi uomini virtuali, facendo loro delle domande cui rispondono” dichiara il dottore.

Per studiare il comportamento di questi soldati virtuali, i ricercatori del gruppo di Parmentola stanno pensando di rilasciare degli esemplari in alcuni MMORPG di successo, come ad esempio World of Warcraft o Eve Online , titoli che accolgono migliaia di giocatori esperti in grado di mettere a dura prova i soldati virtuali, garantendo un livello di difficoltà ottimale con cui testare i prototipi realizzati. “Vogliamo utilizzare queste piattaforme per vedere se i nostri soldati sono in grado di far credere ai giocatori online che si tratta di altri giocatori e non di cloni virtuali” ha aggiunto Parmentola.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
7 nov 2008
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