Engineering.IT, in 236 sulla graticola

Engineering.IT, in 236 sulla graticola

L'azienda italiana procede ad una ristrutturazione. E si accinge a mandare a casa circa il 10 per cento della sua forza lavoro. Tra le proteste dei sindacati
L'azienda italiana procede ad una ristrutturazione. E si accinge a mandare a casa circa il 10 per cento della sua forza lavoro. Tra le proteste dei sindacati

Con una manifestazione che ha condotto quasi 800 lavoratori (secondo le fonti sindacali) provenienti dalle sedi di Torino, Napoli e Milano davanti agli uffici dell’azienda al centro di Roma, si è concluso oggi lo sciopero nazionale di otto ore indetto da FIOM, FIM e UILM per protestare contro i tagli annunciati da Engineering.IT . Secondo i piani di ristrutturazione interna proposti dal management, 236 lavoratori dovranno abbandonare il proprio posto di lavoro : una decisione che non piace ai sindacati, che spingono per l’adozione di misure alternative al licenziamento.

“Engineering.IT è l’azienda che ha acquisito lo scorso gennaio dall’omonima francese la Atos Origin Italia” spiega a Punto Informatico Canio Calitri , segretario regionale FIOM CGIL e coordinatore nazionale per la sua sigla delle questioni legate al gruppo Engineering: “Si tratta in totale di circa 2600 lavoratori. All’epoca la nuova proprietà ci aveva detto che avrebbe mantenuto in vita i tradizionali rapporti sindacali, e che ci avrebbe presentato il suo piano industriale: il 6 ottobre invece ci ha preannunciato una procedura per 236 licenziamenti, senza aver ancora presentato il piano industriale e con un’azienda che è andata meglio dell’anno scorso”.

Lo scorso 13 novembre, Engineering.IT ha presentato i dati di bilancio fino al 30 settembre : al momento i ricavi si assestano su 511,5 milioni di euro, facendo segnare un buon più 60 per cento rispetto allo stesso periodo del 2007, e con previsioni per la fine del 2008 che si spingono fino a ricavi compresi tra 710 e 730 milioni di euro e un margine operativo lordo nella forchetta tra 58 e 62 milioni di euro.

Per i sindacati si tratta di numeri che mal si conciliano con la ristrutturazione in atto, che pone invece come prioritaria l’uscita di circa il 10 per cento della forza lavoro attuale di Engineering.IT, né vi sarebbero margini di trattativa: “Abbiamo tentato di avviare una trattativa in sede sindacale – prosegue Calitri – chiedendo strumenti alternativi al licenziamento come la mobilità volontaria, la cassa integrazione a rotazione, i contratti di solidarietà. Abbiamo incontrato una posizione molto rigida da parte dell’azienda, che si è detta disponibile solo ad una lieve limatura sui numeri”.

Secondo Calitri la posizione di Engineering.IT è di difficile comprensione: non si tratta, spiega, del primo processo di riorganizzazione affrontato dal sindacato nel settore, ma l’assenza di un piano industriale presentato e il rifiuto dell’azienda di discutere di strumenti alternativi complica la situazione. “Chiediamo di conoscere il piano industriale, non vogliamo questo massacro sociale: la Provincia di Roma si è detta pronta a finanziare percorsi di riqualificazione per i lavoratori – chiarisce a Punto Informatico – le possibilità alternative ci sarebbero. Quello che non capiamo è questa posizione dell’azienda incentrata sui licenziamenti”.

Engineering.IT, interpellata da Punto Informatico , ha fatto sapere di non voler commentare gli avvenimenti di oggi, e di aver intenzione di portare avanti la ristrutturazione annunciata, che a suo giudizio si inserirebbe in una normale dinamica industriale.

Secondo i sindacati, lo sciopero di oggi avrebbe fatto registrare un’ adesione del 90 per cento tra le file dei lavoratori, a testimonianza invece della preoccupazione con la quale gli stessi guardano a questi licenziamenti: “L’ultimo contatto con l’azienda è stato lo scorso 5 novembre: ora il ministero per lo Sviluppo Economico, presso cui avevamo già avuto degli incontri, ha convocato una riunione per il 19 novembre a cui Engineering.IT ha fatto sapere di non voler partecipare. Un atteggiamento – conclude Calitri – che ci risulta difficile da comprendere”.

a cura di Luca Annunziata

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Pubblicato il
18 nov 2008
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