Memorie flash, Spansion vuol bloccare gli USA

Memorie flash, Spansion vuol bloccare gli USA

Le memorie di Samsung violerebbero i brevetti dell'azienda statunitense: per questo motivo quest'ultima chiede che i dispositivi che le contengono non tocchino il suolo degli States. Ma è disposta a trattare
Le memorie di Samsung violerebbero i brevetti dell'azienda statunitense: per questo motivo quest'ultima chiede che i dispositivi che le contengono non tocchino il suolo degli States. Ma è disposta a trattare

Samsung infrangerebbe una manciata di brevetti relativi alle memorie flash: Spansion, la joint venture che vede affiancate AMD e Fujitsu, ne rivendica la paternità e chiede miliardi di dollari di danni. E il blocco delle importazioni di tutti i dispositivi che contengano l’oggetto della violazione.

Si tratterebbe di “ben oltre cento milioni di player mp3, telefonini, cam digitali e altri dispositivi elettronici”: Spansion si è rivolta ad una corte distrettuale del Delaware e alla International Trade Commission chiamando in causa Apple, RIM, Sony e Lenovo, fra coloro che implementano le tecnologie di cui Samsung si sarebbe indebitamente appropriata. L’azienda vorrebbe che gli States smettessero di importare prodotti che contengano le memorie flash che violano i suoi brevetti. Samsung, secondo le stime citate nella denuncia, dal 2003 avrebbe guadagnato 7 miliardi di dollari all’anno approfittando delle tecnologie Spansion: per questo motivo l’azienda chiede che la corte federale gli accordi un degno risarcimento .

Il CEO di Spansion, Bernard Cambou, ha spiegato di essere stato a lungo riluttante prima di sporgere denuncia: l’azienda ha in passato tentato di negoziare con Samsung un accordo per concedere in licenza le tecnologie di cui sostiene di poter vantare la paternità, ma Samsung avrebbe ripetutamente declinato le offerte. “Siamo un’azienda statunitense che compete con il proprio potenziale innovativo in un mercato che consente bassi margini – ha dichiarato un rappresentante legale di Spansion – non ci saranno player statunitensi in questo mercato se non proteggiamo la nostra proprietà intellettuale”.

La competizione è estrema, i prezzi delle memorie flash scendono e sono in molti ad osservare come l’aggressione di Spansion si possa considerare un vero e proprio tassello della sua strategia di business. Se Samsung si è difesa dalle accuse con un comunicato nel quale dichiara di “non contemplare le violazioni e gli sfruttamenti non autorizzati” dell’altrui patrimonio di proprietà intellettuale e assicura ai propri clienti che le forniture non verranno interrotte, Spansion ribadisce di essere disponibile ad ulteriori negoziazioni, in attesa di un passo indietro della contendente coreana.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
19 nov 2008
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