“Cancellerò dal testo il breve capitolo su internet”: sono parole di Ricardo Levi, diffuse con un comunicato rivolto direttamente ai cittadini della rete .
Levi ritorna sui propri passi, rassicura i netizen, spiega che il DDL Levi Prodi prima e il DDL antiweb poi, non intendevano tradire una concezione della rete “come spazio di libertà e opportunità di sviluppo, come ineguagliabile strumento, sotto qualsiasi latitudine e regime, per il libero scambio di informazioni ed opinioni e come potente mezzo per la crescita economica, di singole imprese e dell’intera società”.
Ma le mobilitazioni e le apprensioni dei netizen hanno convinto l’onorevole alla retromarcia: “si teme, in particolare – ricorda Levi – che vengano introdotte regole che limitino la semplicità dell’accesso alla rete e la libertà d’espressione che essa naturalmente permette.” “Per queste ragioni – scrive – prima che il progetto di legge venga offerto alla discussione parlamentare in un testo definitivo, cancellerò dal testo il breve capitolo su internet. Discuteremo insieme se e come riempire quel vuoto”.
Levi ha ragione di credere che i cittadini della rete debbano essere interlocutori privilegiati nel tracciare le regole di Internet: “dal mondo (e penso ai passi avanti che sono stati fatti per il riconoscimento dei diritti d’autore sui brani musicali e sui libri scaricati da internet, ai tanti esempi di operatori che hanno cancellato dai loro siti notizie risultate errate o offensive, alle relazioni tra le maggiori imprese della rete e le autorità antitrust per contemperare i valori della libera iniziativa e dell’apertura dei mercati) ci arrivano, sempre più numerosi, i segnali di una rete che, senza perdere in libertà, trova le forme di una matura e condivisa responsabilità”. L’onorevole si dichiara “fiducioso che, a partire da questi segnali, sia possibile trovare un’intesa che consenta a tutti di trarre il meglio dalle opportunità offerte da internet”.