Decreto Pisanu, chi lo vuole rinnovare?

Decreto Pisanu, chi lo vuole rinnovare?

In un comunicato che sa di appello al Governo, gli esperti del Politecnico di Torino si augurano che non vi siano ulteriori proroghe per una delle più controverse normative italiane nell'era digitale
In un comunicato che sa di appello al Governo, gli esperti del Politecnico di Torino si augurano che non vi siano ulteriori proroghe per una delle più controverse normative italiane nell'era digitale

Nessuna proroga per il Decreto Pisanu , la controversa normativa anti-terrorismo che così tante polemiche ha suscitato anche per il suo impatto sulla rete. A chiederlo al Governo è il Centro NEXA su Internet & Società del Politecnico di Torino.

In una nota , NEXA chiede una presa di posizione “esplicita e chiara” al ministero dell’Interno, a quello per la PA e l’Innovazione e a quello dello Sviluppo Economico, una posizione che “confermi l’intenzione, nell’immediato, di non prorogare tale decreto”. Ma, richiesta forse ancora più rilevante qualora venisse accolta dal Governo, viene proposto per il futuro di “effettuare analisi scientifiche di impatto economico-sociale prima dell’adozione di qualsiasi norma relativa a Internet”, una disposizione simile a quanto richiesto negli anni a gran voce dagli esperti delle cose della rete, spesso sbigottiti dall’iniziativa legislativa del Parlamento o del Governo.

Dei molti punti criticati del Decreto, quello su cui si focalizza NEXA è delimitato alla identificazione degli utenti Internet negli accessi pubblici che, a detta degli esperti del Politecnico, rimane una incombenza “alquanto onerosa”, peraltro “introdotta pochi giorni dopo gli attentati terroristici di Londra del luglio 2005, senza alcuna analisi d’impatto economico-sociale e senza discussione pubblica, come se la necessità della norma fosse auto-evidente. In realtà, si trattava di una norma che non aveva – e non ha – corrispettivo in nessun paese avanzato; nemmeno il severo Patriot Act USA, approvato dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, prevede l’identificazione forte di chi si connette a Internet da una postazione pubblica. In tutti questi casi è ragionevole supporre che gli eventuali vantaggi dal lato della sicurezza non siano stati mai giudicati sufficientemente consistenti da giustificare l’enorme costo economico e sociale derivante da una simile norma.

Se è vero che da tempo è possibile provvedere all’autenticazione anche con strumenti più agili come un SMS, è il caso molto utilizzato dai servizi wireless, l’obbligo di identificazione degli utenti che accedono a postazioni Internet pubbliche secondo NEXA deve essere cancellato .

Così facendo, continuano gli esperti del Centro, “si renderebbero più facilmente realizzabili progetti di grande utilità sociale ed economica, come, per esempio, coperture wi-fi municipali a basso costo, progetti contro il digital divide in aree rurali o montane, accesso Internet per studenti e scienziati che partecipano a conferenze nel nostro paese, o accesso Internet per turisti in visita nelle nostre città, nei nostri musei e nei nostri siti archeologici”.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
1 dic 2008
Link copiato negli appunti