Regolamentare Internet, si può fare?

Regolamentare Internet, si può fare?

C'è chi intravede nella regolamentazione proposta dal premier un'opportunità di garantire maggiori libertà, c'è chi diffida. Tutti si chiedono in che direzione vadano le regole su cui medita il presidente Berlusconi
C'è chi intravede nella regolamentazione proposta dal premier un'opportunità di garantire maggiori libertà, c'è chi diffida. Tutti si chiedono in che direzione vadano le regole su cui medita il presidente Berlusconi

“Berlusconi è riuscito a sorprendermi anche stavolta” spiega l’onorevole Antonio Palmieri a Punto Informatico , esponente del PDL da tempo attivo a favore dell’ accessibilità e delegato per la Camera al WSIS di Tunisi. La sortita del premier non era evidentemente prevista: onorevoli e netizen raccolti presso la Camera dei Deputati in occasione di una conferenza a tema “Obama 1 mese dopo: la vittoria di Internet” organizzata in collaborazione con Codice Internet , si sono ritrovati a dibattere dell’ intenzione del Presidente del Consiglio di presentare al prossimo G8 “una proposta di una regolamentazione internazionale del sistema di Internet”.

La sortita del presidente del Consiglio spiazza, ci si interroga sul contenuto della dichiarazione-contenitore, si ragiona sulle conseguenze di un tipo di regolamentazione che potrebbe attentare alla libertà di Internet. L’onorevole Paolo Gentiloni è netto: ricorda che era presente al WSIS di Tunisi, ricorda di aver siglato con Palmieri un patto del couscous , nel quale, insieme all’onorevole del PDL, avrebbe concordato che la regolamentazione di Internet non può essere qualcosa di imposto dall’alto, che “non ci deve essere una regolamentazione totale, sovranazionale”.

L’onorevole Palmieri invita però alla cautela: fa accenno agli eventi di stampo terrorista che hanno raggelato il mondo e l’Italia, fa accenno alla questione della pedofilia e degli abusi che possono essere anche mediati dalla rete e suggerisce che debbano trovare qualche tipo di risposta. La proprietà intellettuale? È senza dubbio un nodo critico, spiega Palmieri a Punto Informatico : Internet sta contribuendo a far evolvere il mercato e le soluzioni offerte dal mercato.

“Non sono un apocalittico di Internet”, assicura Palmieri, ma “la rete come tutti gli ambienti fatti dall’uomo non è un’utopia ed è impensabile che non debbano esserci delle regole”. Palmieri rassicura i cittadini della rete: “diamo tempo al tempo, non bisogna parametrare la libertà dei paesi occidentali a paesi come la Cina o Cuba”. L’onorevole promette che “si farà attenzione affinché si faccia tutto per bene”. Palmieri spiega a Punto Informatico che dare delle regole a Internet potrebbe altresì significare creare spazi di libertà per cittadini della rete che ancora non possono goderne : “non bisogna reagire in maniera dogmatica quando in una frase si affiancano le parole Internet e regolamentazione”. L’onorevole assicura infatti che il contesto del G8 potrebbe essere l’occasione di “affrontare tutti insieme problemi nuovi creati da situazioni nuove”.

Ma non tutti, nel mondo politico, condividono la serenità del deputato del PDL: a scagliarsi contro le dichiarazioni del premier Berlusconi è Antonio Di Pietro . In un post sul proprio blog denuncia: “Ogni due o tre mesi, Internet, riceve le attenzioni della politica, da Levi a Cassinelli, che vuole una sola cosa: controllarlo”. Di Pietro sostiene che non si debbano sottovalutare le dichiarazioni del Presidente del Consiglio: la rete è uno strumento di informazione e di democrazia fondamentale, e assicura che farà in modo di “impedire che sia messo sotto controllo”. Internet non è un semplice canale di comunicazione: “conta per lo sviluppo del Paese più del petrolio. Muove informazioni, processi, dati, intelligenze. Non va controllato, va sviluppato”. Quello dello sviluppo di Internet è un nodo fondamentale soprattutto in un paese in cui ancora stenta a radicarsi nel quotidiano delle persone: “Siamo stati superati da tutti tranne che, ma forse ancora per poco, da Bulgaria e Romania – ricorda Di Pietro citando i dati Eurostat – La recessione e la scarsa diffusione della Rete in Italia vanno di pari passo. Nel Paese ci sono migliaia di Comuni senza banda larga, ma si punta su un digitale terrestre senza futuro. Internet non ha bisogno di bavagli e di censure, ma di sviluppo”.

A corollario del post sul blog del leader dell’IDV, un video nel quale Berlusconi ammette di essere “un anziano signore che scrive ancora a penna i suoi interventi”. Della competenza del mondo politico italiano si è parlato nel quadro del convegno organizzato presso la Camera: Palmieri ha raccolto con un’indagine empirica dei dati riguardo alla partecipazione in rete dei deputati italiani. Su 630 parlamentari, 231 hanno un sito o un blog personale, 133 hanno un profilo su Facebook, di cui 66 non vantano alcun altro tipo di partecipazione online. Più della metà dei rappresentanti dei cittadini alla Camera non dialoga con i propri elettori. Palmieri ricorda però che non è necessario essere cittadini della rete per governare la rete: “Mourinho non ha mai giocato a calcio, ma ciò non toglie che sia un grande allenatore”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
5 dic 2008
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