Preconizzata da un intero universo sci-fi, la macchina in grado di leggere e riprodurre le immagini nel cervello umano potrebbe divenire realtà in un futuro non troppo lontano. Questo grazie anche al lavoro di alcuni ricercatori nipponici che sono riusciti a ricostruire le immagini degli oggetti visualizzati dall’occhio umano . Un passo avanti che, anche se non definitivo, potrebbe contribuire alla risoluzione di diverse patologie.
Per l’esperimento, il team nipponico della Advanced Telecommunications Research Institute International ( ATR ) di Kyoto ha utilizzato un dispositivo di risonanza magnetica al fine di evidenziare e monitorare le attività ed i segnali emessi dalla corteccia visiva. Il team, guidato da Yukiyasu Kamitani, sì è valso della collaborazione di un gruppo di volontari cui sono state mostrate oltre quattrocento diverse immagini statiche con colori dominanti quali grigio, nero e bianco. Fatto ciò, alle “cavie” sono state mostrate alcune figure geometriche in bianco e nero, nonché alcune lettere dell’alfabeto. Quindi ha avuto inizio la scansione della corteccia visiva grazie ad un software sviluppato appositamente. I risultati sono sorprendenti: sebbene appaiano molto “pixelose” e sfocate, le immagini ricostruite rendono comunque l’idea dell’originale.
Lo studio del team, pubblicato sulla rivista scientifica specializzata Neuron , mira a creare un sistema affidabile in grado di assistere persone affette da diverse patologie, spesso non in grado di comunicare: “Quando vogliamo comunicare, abbiamo bisogno di muovere alcune parti del corpo, come ad esempio la bocca per parlare o gli arti per digitare” spiega Kamitani. “Ma se riuscissimo ad ottenere l’informazione direttamente dal cervello, sarebbe possibile comunicare direttamente immaginando ciò che vogliamo dire, senza dover muovere un muscolo. Una tecnologia simile potrebbe presto aprire le strade della comunicazione per persone che non possono parlare – continua – oppure potrebbe aiutare a visualizzare le allucinazioni, aiutando così i medici nelle operazioni di diagnosi”.
Una volta perfezionato il sistema, il passo successivo punterà dritto a visualizzare le immagini all’interno del pensiero umano, qualcosa di simile alle “nuvolette” dei fumetti. Non solo: la sfida è rivolta anche ai sogni, che potrebbero addirittura un giorno essere registrati e rivissuti da svegli, così come predetto da John-Dylan Haynes del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia. Haynes parla di un mondo in cui non solo i pensieri ma anche i sogni possano essere registrati, con implicazioni tutte da valutare: “Molti vorrebbero una tecnologia simile, ad esempio le persone affette da paralisi. Sarebbe una gran cosa poter leggere i loro pensieri” senza dimenticare però i tanti “altri possibili utilizzi di un tale dispositivo” dichiara Haynes. Tra quelli ipotizzati, di sicuro il più curioso è quello del “neural marketing”: nel passare vicino ad un cartellone pubblicitario, il dispositivo leggerebbe la mente del potenziale cliente, proponendo un acquisto a tema con quanto pensato dal passante.
Vincenzo Gentile