Apple nell'era post-MacWorld

Apple nell'era post-MacWorld

di D. Galimberti - L'ultimo MacWorld ha disatteso le aspettative di molti, ma forse Apple si è semplicemente stancata di saltare a comando. Le novità arriveranno presto, e chissà che per il 25esimo anniversario del Mac...
di D. Galimberti - L'ultimo MacWorld ha disatteso le aspettative di molti, ma forse Apple si è semplicemente stancata di saltare a comando. Le novità arriveranno presto, e chissà che per il 25esimo anniversario del Mac...

È opinione diffusa che il keynote tenuto da Phil Shiller presso l’ultimo (ultimo in tutti i sensi ) Macworld Expo di San Francisco, sia stato un evento sottotono. Poche novità che si possono riassumere nello scontato aggiornamento di iLife e iWork e nella versione unibody del Macbook Pro da 17 pollici.

Quest’ultimo, pur adottando alcune soluzioni originali e all’avanguardia (una batteria a polimeri di litio con 8 ore di autonomia e un numero di cicli di ricarica triplicato) non è certo quello che il pubblico si aspettava. Ma del resto il recente MacWorld non ha fatto che confermare quello che avevamo preannunciato qualche settimana fa.

In sostanza, Apple non ha più interesse a partecipare a eventi, come il MacWorld, organizzati da terze parti (una eccezione, secondo certe voci, potrebbe essere costituita dalle future edizioni del CES di Las Vegas). La casa della Mela desidera organizzare i propri eventi in prima persona, con i tempi che ritiene più opportuni. Si potrebbe ipotizzare che, durante l’ultimo MacWorld, Apple abbia volutamente presentato poche novità col preciso intento di ribadire i suoi nuovi propositi: seguire le proprie tempistiche di sviluppo e lancio dei prodotti senza più l’obbligo di adeguarsi a rigide scalette stabilite da altri, col rischio peraltro di disattendere le aspettative del pubblico e degli investitori.

Questa tesi non è poi così assurda: i rumors indicano che Apple è ormai prossima al lancio di diversi nuovi prodotti, alcuni dei quali avrebbero forse potuto essere preannunciati nel corso del Macworld. Per esempio, nell’ultimo aggiornamento di Mac OS X ci sono chiari indizi di iMac e Mac mini con nuove schede grafiche, e alcuni comunicati stampa di terze parti rivelano indirettamente la compatibilità con “nuovi modelli” di Mac mini. Parlando poi di software, se è vero che la prossima release di Mac OS X, Snow Leopard , potrebbe arrivare nella prima metà del 2009, è alquanto strano che non se ne sia ancora parlato, a parte qualche accenno nella scorsa edizione della WorldWide Developer Conference.

Difficile dire se dietro questi “ritardi” – o presunti tali, visto che sempre di indiscrezioni si sta parlando – ci siano problemi di natura tecnica o politiche di marketing. Snow Leopard potrebbe essere in ritardo di sviluppo (anche se già all’inizio di dicembre, gli sviluppatori ammessi al test delle versioni preliminari parlavano di grossi progressi nell’implementazione delle nuove caratteristiche) e si è parlato di un iMac con schermo da 28″, doppia scheda grafica, processore a quattro nuclei e nuovo sistema di raffreddamento: una macchina che sicuramente avrebbe bisogno di tempi più lunghi per il test dell’hardware.

Non dimentichiamo però che quest’anno cade il 25esimo anniversario dalla presentazione del primo Mac: cinque anni fa, nonostante le aspettative, non ci fu nessun evento o prodotto a ricordare i vent’anni di Macintosh , ma quest’anno sembrano esserci tutte le premesse per un evento realizzato ad hoc, un’occasione per mostrare una lunga serie di nuovi prodotti, se non addirittura qualcosa di completamente nuovo o commemorativo (un po’ come accadde per lo Spartacus , un particolare modello prodotto in serie limitata per il ventesimo anniversario di Apple).

Parlando di nuovi prodotti, si vocifera nuovamente di un tablet “made in Cupertino” realizzato sulla falsariga dell’iPod Touch, ma con un display molto più grande, probabilmente con diagonale di 7 pollici: se così fosse, si tratterebbe della risposta di Apple al boom dei netbook.

A differenza degli altri prodotti di questo segmento di mercato, viste le ridotte dimensioni e gli scopi a cui sarebbe adibito, questo ipotetico iTablet non utilizzerebbe un sistema operativo “completo”, bensì lo stesso sistema attualmente in uso su iPhone e iPod Touch, magari in una nuova release 3.0. Pare infatti che Apple sia al lavoro per progettare “in casa” un nuovo processore multicore da destinare ai sui dispositivi portatili. La scelta del multicore si spiega con la necessità di evitare frequenze di clock eccessive, inutilmente dispendiose in termini energetici su un device portatile.

Le conoscenze per progettare in maniera autonoma un nuovo processore derivano dall’acquisizione di P.A.Semi , la società specializzata in processori ad alta efficienza energetica fondata nel 2003 da un ex progettista di Alpha e ARM (Dan Dobberpuhl), e acquistata da Apple nell’aprile dello scorso anno. Un processore più potente potrebbe liberare l’iPhone e tutti i suoi derivati (compreso l’ipotetico iTablet) dal pesante vincolo che vieta a più applicazioni di funzionare contemporaneamente. Riallacciandoci a quanto detto sopra, il tutto sarebbe ovviamente accompagnato da una nuova major release del sistema operativo per i dispositivi palmari di Apple, la release 3.0, che (vista in quest’ottica) probabilmente non sarebbe compatibile con le attuali generazioni di iPhone.

Per sapere se tutto quello di cui abbiamo parlato è “fanta-tecnologia”, o rappresenta veramente il futuro di Apple, non resta che attendere le prossime settimane o i prossimi mesi: dopotutto il keynote di Shiller si è concluso con Tony Bennett che cantava “The best is yet to come”, e questo è stato visto da molti come un chiaro messaggio di Apple per il pubblico presente all’evento.

Parlando di musica non possiamo non ricordare che – per molti – la notizia più interessante del keynote è stato l’annuncio della rimozione dei DRM dalla musica in vendita sull’iTunes Store (seppur concedendo alle major la possibilità di stabilire più fasce di prezzo). Questo è sicuramente un bene per tutti, soprattutto per i nuovi clienti, ma chi deve aggiornare la propria libreria sappia che dovrà sborsare altri 30 centesimi per ogni brano (oppure il 30% del prezzo degli album), e dovrà aggiornare necessariamente tutta la musica: non è infatti possibile scegliere quali brani aggiornare, nemmeno togliendoli dalla propria libreria. iTunes propone l’aggiornamento dei brani in base allo storico degli acquisti, e quello che propone va preso tutto insieme: pertanto, chi vuole passare a iTunes Plus faccia bene i propri conti.

Domenico Galimberti
(Per contattare l’autore scrivere alla redazione )

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Pubblicato il
13 gen 2009
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