Nude sul cellulare, in arresto

Nude sul cellulare, in arresto

Due giovani studentesse rischiano di pagare caro qualche MMS infuocato. E i destinatari della corrispondenza bollente corrono gli stessi rischi. Anche se consenziente, è pur sempre pedopornografia
Due giovani studentesse rischiano di pagare caro qualche MMS infuocato. E i destinatari della corrispondenza bollente corrono gli stessi rischi. Anche se consenziente, è pur sempre pedopornografia

Se abitate a Greensburg , in Pennsylvania, avete meno di 18 anni e siete soliti mandare MMS con contenuto erotico alla vostra bella o al vostro principe, fate molta attenzione: rischiate di venire accusati di possesso di pornografia infantile o, nel peggiore dei casi, di produzione e traffico di materiale pedopornografico .

È quanto è capitato a quattro giovani studenti della locale scuola superiore. Uno di loro, lo scorso autunno, era stato sorpreso da un docente a trafficare col suo telefonino durante le lezioni: una violazione bella e buona del regolamento scolastico, che gli era costata la confisca del cellulare e una bella ramanzina. Non si sa bene come, poi, all’interno del terminale erano state individuate le erotiche missive inviate da due ninfette di appena 14 e 15 anni. Che sia stato lo stesso insegnante a scavare nel contenuto della memoria o sia stata la polizia non è rilevante: in quattro e quattr’otto i protagonisti della liaison telematica si sono ritrovati nei guai fino al collo.

Dopo mesi di purgatorio, ora tutti devono fronteggiare delle accuse pesantissime : poco importa che le foto siano state scambiate consapevolmente e con il consenso di tutti solo all’interno della ristrettissima cerchia, le inflessibili autorità giudiziarie locali hanno deciso che quei messaggini costituiscono un reato e come tale vanno perseguiti. In ballo ci sono pene gravose che, oltre al carcere, prevedono anche l’iscrizione dei nomi degli individui giudicati colpevoli nella ignominiosa lista dei sex offender .

Non si tratta neppure del primo caso salito agli onori della cronaca che vede qualcuno finire nei guai bollato come predatore sessuale pur non avendo avuto alcuna intenzione di violare la legge degli Stati Uniti: gli MMS bollenti sono già costati un’accusa formalizzata in tribunale ad una 15enne dell’Ohio, mentre è andata peggio ad un suo concittadino che ha dovuto fronteggiare un’accusa di abuso di minore per aver fatto sesso con una ragazzina che si era invece dichiarata maggiorenne. ( L.A. )

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Pubblicato il 16 gen 2009
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