NASA indaga i crateri lunari più oscuri

NASA indaga i crateri lunari più oscuri

Adoperando uno degli strumenti a bordo di un vascello internazionale recentemente spedito nello spazio, il JPL carpisce i primi dettagli con foto delle caratteristiche meno note del sassoso satellite della Terra
Adoperando uno degli strumenti a bordo di un vascello internazionale recentemente spedito nello spazio, il JPL carpisce i primi dettagli con foto delle caratteristiche meno note del sassoso satellite della Terra

È un primo, timido sguardo quello aperto dal radar Mini-SAR di NASA sui crateri polari della luna, invisibili agli strumenti presenti sulla Terra. Gli scienziati americani sono alla ricerca di informazioni, vogliono realizzare mappe ma soprattutto scoprire eventuali giacimenti di ghiaccio da utilizzare nei futuri avamposti umani sul brullo e inospitale satellite terrestre.

Mini-SAR fa parte della dotazione implementata da NASA a bordo del vascello Chandrayaan-1 , la prima missione lunare indiana (priva di equipaggio umano) lanciata dallo “spazioporto” di Sriharikota il 22 ottobre scorso e ripiena di strumentazioni fornite dalle agenzie spaziali internazionali. Durante il primo test in orbita attorno alla Luna, il 17 novembre scorso il radar di NASA ha restituito al JPL le prime immagini.

I dati raccolti a terra comprendono immagini di parte del cratere Haworth, sul polo sud lunare, e dell’orlo occidentale del cratere Seares vicino al polo nord del satellite. Per ora non si è visto ancora granché, tranne qualche pendio rivolto verso il vascello e riprodotto in chiaro nelle foto ma, col tempo, Mini-SAR dovrebbe servire agli ingegneri del colosso aerospaziale statunitense per stabilire al di là di ogni ragionevole dubbio se in quella perenne oscurità è nascosto del ghiaccio , magari sepolto al di sotto della superficie.

Mini-SAR opererà in coppia con Moon Mineralogy Mapper , uno spettrometro “allo stato dell’arte” che secondo NASA dovrebbe fornire la prima mappa ad alta risoluzione spettrale dell’intera superficie lunare e l’ennesima occasione per conoscere meglio il satellite prima della costruzione di una base permanente entro le prossime decadi.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 20 gen 2009
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