Si cominciano a chiarire in questi giorni i particolari di una operazione svolta all’inizio dell’anno dalla Polizia Postale di Bari. Nell’ambito di una azione di contrasto alla pirateria si è giunti al sequestro di apparecchiature per la contraffazione di materiale audiovisivo e di migliaia di supporti già pronti per essere venduti, oltre al sequestro di un dominio attraverso il quale si effettuava la vendita. Il tutto, fatto singolare, ruotava unicamente attorno ad un vasto catalogo composto da titoli appartenenti al mercato degli anime : vale a dire dei cartoni animati made in Japan .
“La denuncia alla Polizia Postale di Milano è partita da noi – spiega a Punto Informatico Mandy Mometti , di Dynit (uno dei denuncianti) – e risale al giugno del 2007: il sito in questione era conosciuto da molto tempo, da noi come da altre aziende del settore assieme a cui abbiamo fatto la denuncia”. Secondo quanto riferito da Mometti, i titoli a disposizione provenivano dal catalogo dei principali distributori italiani, tutti danneggiati dal business portato avanti in Puglia da non meno di un paio d’anni.
“Il sito era noto e monitorato dalle Forze dell’Ordine – conferma la squadra TLC della PolPost di Milano – e offriva download a pagamento attraverso una ricarica su carta di debito intestata ad un terzo soggetto. Il sito stesso era registrato sotto mentite spoglie, ma tramite le consuete procedure di indagine siamo riusciti a rintracciarlo. Facendo seguito alle quattro denunce, la Procura di Milano ha stralciato a Bari l’inchiesta visto che al momento l’unico indagato risulta residente a Bari”.
Secondo quanto riportato dagli investigatori, sarebbero però almeno due le persone coinvolte nelle operazioni illegali: “I cantinari – prosegue la PolPost – così li chiamiamo in gergo, erano almeno una coppia: uno era il titolare della carta ricaricabile, l’altro il soggetto che mandava in giro i DVD”. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati 2.600 supporti già pronti per la vendita , oltre a tre sistemi di masterizzazione: i danni per i distributori, secondo le Forze dell’Ordine, sarebbero cospicui.
Secondo Mometti, la perdita subita dalle aziende coinvolte non sarebbe soltanto pecuniaria : “Ci sono anche altri siti che fanno streaming e downloading dei nostri titoli, ma in questo caso venivano messi in vendita DVD masterizzati copiati dagli originali con tanto di copertina. A prima vista potevano quasi sembrare un titolo stampato da noi, ma di qualità minore: un danno di immagine oltre che economico”. Quantificare una cifra al momento sembra difficile, ci dice, ma considerato che ogni disco veniva venduto a 5 euro contro i 20 di prezzo medio di copertina, moltiplicando questa cifra per almeno 2.600 supporti il totale cresce notevolmente.
Le chiediamo se non sarebbe possibile accorciare la forbice tra il prezzo degli originali e quello delle copie contraffatte per diminuire l’appetibilità per il pubblico della pirateria: “È quasi impossibile – spiega a Punto Informatico – Per noi ci sono dei costi fissi come l’acquisto dei diritti, che è la parte più impegnativa, poi ci sono la traduzione, l’adattamento, il doppiaggio, il lavoro interno. C’è la SIAE da pagare, è tutto collegato: col mercato di oggi è impossibile praticare prezzi differenti, anche se cerchiamo di arrivare in edicola con titoli di qualche anno fa anche con offerte da 9, o anche 5 euro”.
Non sarebbe possibile contrastare questi fenomeni anche con offerte concorrenziali magari in streaming o download ? “A fare certe scelte siamo quasi costretti dalla pirateria: di cose online ce ne sono molte, e ne nascono sempre di più – racconta a Punto Informatico – Lì dove riusciamo proviamo a far qualcosa, questo sito sequestrato era forse il più importante: comunque le aziende ci stanno pensando, e presto speriamo di riuscire ad offrire qualcosa che convinca le persone a scaricare, ma a farlo in modo giusto”.
Che il giro d’affari attorno a queste attività illegali sia importante lo conferma anche la Polizia Postale: “Tutti questi siti che offrono streaming hanno un sacco di pubblicità accostata ai video: per scovarli occorrono attività di indagine complesse, ma non è così difficile andarli a individuare. Noi monitoriamo la rete e quando individuiamo un caso in cui il lucro è notevole, quando si parla di pagamento per fruire di un servizio, interveniamo per fermare quelle attività in cui il reato è evidente”.
Naturalmente poi ci sono le segnalazioni presentate da FAPAV o da altri soggetti coinvolti che fanno scattare immediatamente i controlli: “Effettuiamo un monitoraggio per individuare coloro che ci lucrano”. Perseguire ogni violazione sarebbe probabilmente impossibile, ci spiegano, ma viene data ovviamente priorità ai casi in cui qualcuno agisce per far soldi senza escludere la responsabilità di tutti i soggetti coinvolti. Forse è preferibile individuare e fermare chi produce per vendere , piuttosto che il singolo ragazzo che condivide un paio di brani online.
E i distributori come vedono invece quei fenomeni in crescita che vanno sotto il nome di fansub ? “Per noi rimane un elemento di disturbo – spiega a Punto Informatico Mometti – che in qualche modo comunque inquina il mercato: concludere l’acquisto di una licenza non è sempre immediato, e c’è il rischio che se le persone hanno già visto un titolo poi non siano disposte a comprare il DVD in seguito”.
Il mercato, spiega a Punto Informatico , è tenuto in piedi da aziende come Dynit e altre che acquistano in modo regolare una licenza e poi provvedono a rendere disponibile un titolo sul mercato italiano con tutto quello che comporta: “Seguiamo una prassi per lavorare in modo serio e onesto: la crisi che ha colpito il nostro settore non è certo aiutata da questi fenomeni, anche se una fetta di appassionati autentici resta comunque sempre interessata ai nostri prodotti anche se già conosce la storia”.
Per quanti invece avessero scoperto una passione e un talento per l’adattamento, la porta per passare al lato chiaro della traduzione è sempre aperta: “Siamo sempre in cerca di persone che hanno voglia di lavorare – conclude Mometti – Ci è impossibile assumere tutti, ma diamo sempre un’occhiata ai curriculum che ci mandano attraverso il nostro sito: cerchiamo sempre di dare una possibilità a tutti”.
a cura di Luca Annunziata