Miro conquista il 2.0

Miro conquista il 2.0

Il player democratico di contenuti audiovisivi al suo secondo giro di boa offre un upgrade con migliorie all'interfaccia e alle performance
Il player democratico di contenuti audiovisivi al suo secondo giro di boa offre un upgrade con migliorie all'interfaccia e alle performance

Il gruppo non-profit Participatory Culture Foundation ha appena rilasciato Miro 2.0 , major release dell’ ambizioso progetto open source che si pone come alternativa a nomi di grosso calibro come Quicktime e Windows Media Player offrendo in un unico pacchetto un lettore multimediale, un client BitTorrent, un browser per i canali web dello streaming e un centro di gestione dei podcast video.

Tra le caratteristiche che più saltano all’occhio della nuova versione c’è un’interfaccia grafica maggiormente rifinita, la possibilità di visionare i filmati in una finestra esterna a quella principale e l’integrazione con i portali di streaming quali Hulu.

La lista dei podcast in cui è ora possibile cercare i contenuti da visionare conta qualcosa come 6.000 diversi “programmi” gratuiti e liberamente accessibili , anche in alta definizione. I comandi della toolbar sono stati spostati a sinistra dell’interfaccia, lasciando maggiore spazio all’esperienza “visiva” e alla navigazione nella timeline dei contenuti.

Miro 2.0 include poi migliorie anche per quanto riguarda le performance pure, incluso il download dei torrent grazie all’upgrade delle librerie libtorrent . Riguardo al supporto dei portali di streaming, il player offre un supporto ancora incompleto a YouTube, Hulu e compagnia, impedendo all’utente di aprire il video desiderato in una finestra esterna, come è al contrario possibile con le altre tipologie di video e file multimediali.

Nel prossimo futuro il progetto di “player democratico” dovrebbe infine espandere ulteriormente le proprie capacità, arrivando a supportare la sincronizzazione con i player multimediali come l’onnipresente iPod, un supporto al controllo da remoto per un’esperienza da “Media center” e playlist intelligenti oltre a quelle base.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 12 feb 2009
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