Il pensiero si legge agli infrarossi

Il pensiero si legge agli infrarossi

Invece di decodificare ogni singola parola, in Canada puntano a raccogliere informazioni generiche. Abbastanza precise comunque da consentire la comunicazione anche nei casi più difficili
Invece di decodificare ogni singola parola, in Canada puntano a raccogliere informazioni generiche. Abbastanza precise comunque da consentire la comunicazione anche nei casi più difficili

Ci stanno provando in molti a leggere quello che si nasconde nella materia grigia del cervello umano, quella che produce il pensiero razionale, riuscendo a carpire immagini sfuocate e ad anticipare i desideri di una persona prima ancora che questa ne sia consapevole. L’ultima tecnica di indagine nella mente umana ha un approccio pratico al problema, essendo diretta a recepire ordini semplici e basilari dai complessi meccanismi chimici alla base del pensare quotidiano.

Sviluppato dai ricercatori dell’Università di Toronto, il sistema prevede che il soggetto indossi una fascia per capelli “intelligente”, in grado di catturare le emissioni elettromagnetiche vicine alle frequenze infrarosse: un tipo di emissione che caratterizza l’attività di consumo di ossigeno e il flusso sanguigno nella corteccia superiore.

La lettura di simili emissioni cerebrali (che ricorda alcuni racconti di fantascienza dei decenni passati) non è sufficiente a conoscere granché dei complessi meccanismi alla base del pensiero umano, ma può essere altresì utile per realizzare un dispositivo in grado di interpretare l’attività cerebrale in un “sì” o in alternativa un “no”.

Durante la ricerca, i pazienti sono stati invitati a pensare a qualcosa che fosse in grado di attivare una particolare area della corteccia, una memoria forte, una canzone e quant’altro, permettendo ai sensori di carpire l’informazione e tradurla nella scelta di cui sopra.

Per quanto si tratti di un metodo di analisi rudimentale, la nuova tecnica potrebbe risultare utilissima a chi si trova in uno stato di completa incapacità corporale ma con il cervello ancora ben attivo , un’ultima chance per comunicare con il mondo esterno per chi è affetto da gravi disabilità.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
12 feb 2009
Link copiato negli appunti