Il MIT reinventa la chitarra

Il MIT reinventa la chitarra

Grazie all'apporto combinato di tecnologia e di fine manodopera artigianale, i ricercatori hanno costruito uno strumento camaleonte
Grazie all'apporto combinato di tecnologia e di fine manodopera artigianale, i ricercatori hanno costruito uno strumento camaleonte

Riunire diverse sonorità in un unico strumento musicale: questa è la sfida lanciata dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology ( MIT ) che hanno realizzato una chitarra in grado di variare il suono emesso, cambiando un solo componente fatto di legno.

Chameleon , questo il suo nome, è stata progettata in modo da ospitare una tavola armonica rimovibile: ciò permette di variare i suoni promessi a seconda del tipo di legno utilizzato e della sua struttura fisica. Su ogni tavola vengono posizionati dei pickup elettronici che hanno il compito di catturare le variazioni sonore emesse dalle corde e di trasferirle ai chip sottostanti che processano il segnale, rendendolo simile a quello generato in una cassa acustica vera e propria.

Secondo Amit Zoran, studente presso il MIT, uno dei vantaggi apportati dal progetto – chiamato appunto Phisical Resonator – è proprio dato dalle ridotte dimensioni dei suoi componenti e, soprattutto, dalla capacità di simulare strumenti di dimensioni ben maggiori di quelle di una chitarra. Chameleon, giunta alla sua seconda riedizione, è infatti più piccola di una comune chitarra: ogni tavola sonora ha dimensioni pari al 30 per cento di quella montata su una chitarra classica. Questo rende possibile il concepimento di strumenti musicali dalle forme più impensate, difficilmente riproducibili con strumenti tradizionali.

Ovviamente, un grande apporto viene dato allo strumento dal comparto tecnologico anche se Zoran ci tiene a precisare che l’apporto sia pratico che “romantico” del legno è fondamentale per chi suona. “Ciò è molto importante anche per dotare ogni strumento di un particolare e unico sound, che viene anche migliorato: processare in digitale i suoni fornisce un set infinito di varietà sonore cui poter attingere” spiega . Per costruire il dispositivo, lo studente si è avvalso della collaborazione del liutaio Marco Coppiardi.

Presentato all’ultima edizione del CES, il progetto Chameleon ha riscosso molto interesse tra il pubblico, anche se allo stato attuale delle cose si è ben lontani dalla comparsa sul mercato del prodotto finito. Nei piani del suo ideatore ci sono alcuni possibili sviluppi del progetto attuale, che dovrebbe in futuro essere ampliato in 3 fasi successive: la prima consiste nel costruire una soluzione in grado di favorire un cambio molto più rapido delle varie tavole, mentre la seconda è volta a studiare l’implementazione di un computer in grado di modificare al volo la forma virtuale della cassa di risonanza, garantendo così una gamma timbrica più ampia. Infine, la terza e ultima fase sarà focalizzata sul restyling completo dello strumento stesso che, stando a quanto dichiarato da Zoran “assumerà una forma completamente diversa e innovativa”.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
12 feb 2009
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