Cresce il fotovoltaico d'oltreoceano

Cresce il fotovoltaico d'oltreoceano

Sarà la crisi, sarà l'arrivo di Obama. La ricerca sulle energie alternative si avvicina al punto di non ritorno. Dalle università ai garage, tutti al lavoro per cavare il più possibile dai raggi solari
Sarà la crisi, sarà l'arrivo di Obama. La ricerca sulle energie alternative si avvicina al punto di non ritorno. Dalle università ai garage, tutti al lavoro per cavare il più possibile dai raggi solari

Perché le fonti energetiche “alternative” come quella solare decollino non è sufficiente l’impegno attivo del nuovo presidente americano Barack Obama: occorre soprattutto che la ricerca individui soluzioni innovative per uno sviluppo tecnologico alla portata di tutte le tasche. E la ricerca, visto anche il momento storico particolarmente delicato vissuto dalle economie avanzate, risponde con innovazioni che puntano a una strada oramai tracciata: è solo questione di tempo prima che il petrolio diventi il relitto di un passato lontano e oscuro , da medioevo della tecnologia energetica.

L’energia fotovoltaica è in pole position nella corsa al sostituto ideale del greggio, e l’inventore Knut Karlsen ha trovato il modo di adattare micropannelli a celle solari a comuni batterie ricaricabili al nichel-metallo idruro (NiMH) da 1,5 Volt per far sì che gli accumulatori si ricarichino autonomamente quando esposti ai raggi solari, e senza il rischio di sovraccarico. La trovata di Karlsen si fa notare per la semplicità e l’efficacia del design unite all’approccio fai-da-te.

Nel campo della ricerca scientifica propriamente detta, invece, novità sostanziali arrivano dalla società privata Morgan Solar di base a Toronto (Canada), e dai laboratori dell’Università di Berkeley e del Lawrence Berkeley National Laboratory (LBNL) in California. Nel primo caso gli esperti sono al lavoro per raffinare un concentratore solare più efficiente e meno costoso da produrre , una griglia ottica che potrebbe ridurre in maniera drastica la spesa economica necessaria a ricavare energia continua dalla luce solare.

Le soluzioni su cui attualmente si basano gli impianti fotovoltaici, infatti, prevedono la presenza di grandi specchi, ottiche complesse o miscele chimiche per intrappolare e manipolare l’energia pura dei raggi del sole, mentre la griglia ottica di Morgan Solar sposa il più recente approccio dei concentratori solari (come strumento per intensificare la quantità di raggi solari che vanno a colpire le celle fotovoltaiche) portandolo all’estremo, dove la società sostiene sia possibile far rimbalzare e manipolare l’energia fotonica sino ad amplificarla di 1.000 volte prima di “spararla” in una singola cella a diretto contatto con il centro del sistema ottico.

In California lavorano invece con il materiale di cui sono fatte le celle fotovoltaiche, o per meglio dire con i materiali che possano servire da ideali sostituti al silicio attualmente impiegato per la loro costruzione, un elemento abbondante ma non abbastanza nell’ottica di un’industria del solare che dovesse interessare la gran parte del mondo civilizzato. Attraverso un censimento sperimentale delle diverse alternative possibili, i ricercatori hanno selezionato i 9 composti in grado di consentire un notevole risparmio economico nella produzione di celle solari conservando nel contempo buona parte dell’efficienza del silicio.

Tra i nove papabili, gli scienziati hanno scelto poi il ferro-pirite, il rame-solfide e il rame-ossido, essendo in particolare il primo molto abbondante ed economico da processare. Rispetto ai composti del silicio, i nuovi materiali soffrirebbero di una “modesta” perdita di efficienza energetica, ma da Barkeley rassicurano sul fatto che il guadagno in fatto di riduzione dei costi di processing e produzione dovrebbero compensare abbondantemente tale perdita.

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Pubblicato il
23 feb 2009
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