Un banale errore di programmazione, un intervento di manutenzione programmato da tempo, e il patatrac è dietro l’angolo. Il disservizio, durato poco più di un paio d’ore, che ieri mattina ha paralizzato gli account Gmail di mezzo mondo, è stato causato da un recente aggiornamento al software che gestisce le centinaia di milioni di caselle di posta del servizio. Un guasto che si è propagato a catena in tutti i datacenter di BigG, e che ha messo in seria difficoltà gli utenti e persino i dipendenti di Mountain View: anche questi ultimi lavorano con Gmail via web.
“Un sacco di gente ci chiede cosa sia successo – ha scritto sul blog ufficiale di Gmail Acacio Cruz , responsabile dell’uptime del servizio – così abbiamo pensato avreste gradito una spiegazione”. A quanto pare, un intervento di manutenzione previsto da tempo in uno dei datacenter di Google localizzato nel Vecchio Continente ha avuto dei risvolti imprevisti: “Di solito queste operazioni non creano problemi, perché semplicemente il servizio per gli account viene garantito da un altro datacenter”.
In questo caso, invece, qualcosa non ha funzionato: “Alcuni effetti collaterali, non previsti, di certo nuovo codice che tenta di tenere i dati di un utente vicini a lui geograficamente, ha causato il sovraccarico di un altro datacenter in Europa. E questo – prosegue Cruz – ha causato problemi a cascata da un datacenter all’altro”. Insomma un classico effetto domino che in breve ha messo in ginocchio l’intera infrastruttura: “Ci è voluta circa un’ora per riportare tutto sotto controllo” chiarisce il manager di BigG.
In ogni caso, spiega Cruz, “il bug ora è stato individuato e risolto, e stiamo procedendo ad apportare delle modifiche”. A chi è rimasto tagliato fuori per ore dalla propria casella, va tutta la solidarietà del team di Gmail : “Sappiamo quanto possano essere dolorosi questi disservizi, noi stessi confidiamo in Gmail per far funzionare Google: interruzioni di questo tipo ci causano problemi allo stesso modo di come li causano a voi”. Per questo, conclude Cruz, “cerchiamo sempre la causa scatenante di questi rari disservizi, così da prevenire eventi simili in futuro”.
Uno stop di 2 ore e mezza, questa la cifra ufficiale secondo Google, sfora in ogni caso l’impegno preso nei confronti dei clienti paganti di Gmail (vale a dire soprattutto aziende) di garantire un uptime mensile pari al 99,9 per cento. In questo caso, ci sarebbe una penale da pagare : la cifra esatta si aggirerebbe sui 40 centesimi di dollaro (il servizio costa 50 dollari l’anno), ma da Mountain View hanno già fatto sapere di voler fare di più.
A tutti coloro che possiedono un account premium di Gmail che sono rimasti coinvolti nel disservizio, Google promette 15 giorni di servizio gratuito (per un valore di circa 2 dollari) così da farsi perdonare. Chi preferisse un rimborso può chiederlo entro trenta giorni, e dovrebbe ricevere un assegno entro qualche settimana. Ad agosto 2008, per un disservizio simile di 40 minuti, Google aveva già offerto un rimborso identico ai suoi clienti.
Luca Annunziata