Chi ha paura dell'IT?

Chi ha paura dell'IT?

di Giuseppe Cubasia - Se l'Italia fosse un paese informatizzato rischierebbe di essere tutto più efficiente e tutto più trasparente. Per ora, nessuna apprensione: le priorità sono altre
di Giuseppe Cubasia - Se l'Italia fosse un paese informatizzato rischierebbe di essere tutto più efficiente e tutto più trasparente. Per ora, nessuna apprensione: le priorità sono altre

Se come me avete iniziato ad ammalarvi d’informatica fin dall’adolescenza e saltavate pranzo e cena per ispezionare le locazioni di memoria recondite del vostro Vic-20 avete sicuramente amato War Games . Quel che più mi stupiva in quel film erano alcuni aspetti che per l’epoca, parliamo dell’83 a me sembravano sbalorditivi.

Ma andiamo con ordine.
Prima di tutto il personaggio del film aveva un modem e lo usava liberamente, cioè senza nessuna restrizione. Voi lo sapevate cosa significa questo all’epoca? Secondo la legge italiana dell’epoca io per avere la stessa cosa dell’ Americano , cioè un modem, dovevo pagare 200.000 lire di tasse annue come utente telegrafico . E quale adolescente poteva mai permettersi questa astronomica cifra?! E non solo, avrei dovuto usare Videotel ed Itapack per la connettività. Inoltre, mentre le tariffe telefoniche del mio eroe erano flat, io avrei dovuto pagare per ogni singola telefonata. Quindi mentre lui telefonava a tutti i telefoni dello stato sperando di beccare il numero della Protovision e con esso gli ultimi giochi di Natale, io ipotecavo casa per pagare il conto della SIP. Ma non solo questo. Il sistema a cui il protagonista si collegava aveva un sistema di sicurezza tale che sono bastati pochi accessi per farlo rintracciare dalle autorità dell’epoca.

Da allora mi sono sempre chiesto, ma perché lì sì e qui no?
Perché qui sembra sempre di vivere in una fotografia con il filtro seppia ?
Ma cosa potrebbe mai accadere se davvero applicassimo la tecnologia IT al nostro paese?

Per prima cosa dovremmo averlo un paese IT, cioè dovremmo avere un infrastruttura di rete idonea al trasporto delle informazioni. Telecom quando era dello stato ci aveva provato a portare questo paese nel secondo millennio con il progetto Socrate . Era di certo un progetto con alti costi, però io mi domando: se si fa il ponte sullo stretto per quasi 5 miliardi di euro, ma per 50 milioni non conveniva allora portare la fibra ottica in tutte le case d’Italia? Fossero stati anche 500 milioni di euro non ne avremmo beneficiato tutti?

Ma che cosa potremmo mai temere vivendo in uno stato informatizzato in cui tutta la pubblica amministrazione, a tutti i livelli e con tutti i suoi dipendenti sono in rete?
Parecchie cose secondo me.

Prima di tutto la Corte dei Conti rischia di essere terribilmente efficiente. Attualmente le cose stanno in questo modo. Questa è l’intervista integrale al responsabile IT della Corte dei Conti che lascia l’amaro in bocca da parte di chi lavora nel sistema privato. Riporto alcune testuali parole dall’intervista lasciando il resto a voi: “persone che si occupavano di cose che non si volevano occupare, hanno cominciato a fare il proprio lavoro e questa è già una notizia nella pubblica amministrazione”. Ma cosa potremmo temere da una Corte dei Conti efficiente? Beh, si rischierebbe di dover giustificare immediatamente ogni euro speso nella pubblica amministrazione perché sullo schermo di qualcuno arriverebbe un allarme; potremmo dover chiudere i rubinetti della spesa automaticamente raggiunto il budget previsto, rischieremmo di dover fare a meno di strumenti come i derivati perché il loro uso sarebbe immediatamente percepito dal sistema automatico di controllo e gestione.

Ma non basta. Con uno stato informatizzato rischieremmo di avere tribunali più efficienti e quindi più veloci nell’emettere la sentenza, con il doppio problema di spendere di meno e di ridurre drasticamente le prescrizioni. E continuando, Polizia e Sanità sarebbero maggiormente efficienti, e rischierei seriamente che il poliziotto di turno con due click si accorga che nel 2005 non ho pagato il parcheggio.

E poi certo ci sarebbero anche altre novità.
Potremmo avere il terribile problema di arrivare alla televisione on demand, che troncherebbe il duopolio Rai-Mediaset, potremmo avere un’informazione non filtrata che ci arriverebbe quasi sempre per via telematica, rischiamo una maggiore trasparenza bancaria dovuta al maggior numero di informazioni disponibili, ed ovviamente potremmo essere sommersi da maggiore informazioni sui nostri diritti.

Ma il vero rischio è quello che potremmo essere in grado di misurare in maniera puntuale tutti i servizi pubblici. E rischiamo di grosso che la PA sappia tutto di tutti, così da beccare i soliti furbi, ma potenzialmente anche noi. Certo, se il 20% del PIL è stimato che potrebbe essere recuperato con la lotta all’evasione fiscale, chi lo vorrebbe un paese informatizzato?

Insomma io nell’informatizzare questo Paese ci vedo un sacco di “rischi”.

Vuoi vedere che è per il nostro bene che ci facevano pagare nel 2004 l’ADSL il doppio di quanto venisse pagata in Francia, e che ancora nel 2008 risulta superiore del 120% a tariffe comparate?

E forse è per questo che non rende essere informatici. Chi paga qualcuno per lavorare su qualcosa che potrebbe “nuocerci” così tanto?

Meno male che non corriamo alcun rischio, nel 2009, di avere un paese informatizzato, e quindi nessuna delle cose di cui sopra si avvererà tanto presto. Le priorità del paese sono altre e Wargames rimane sempre e comunque un film.

Che ne dite di una bella partita a scacchi?

Giuseppe Cubasia
Cubasia blog

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Pubblicato il
27 feb 2009
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