Roma – Alla fuga della build di Windows 7 che tanto scalpore ha fatto per la possibilità di disinstallare il browser Internet Explorer è seguita una conferma ufficiale: con un messaggio pubblicato sul blog corporate dedicato a IE, Microsoft conferma che la caratteristica sarà effettivamente presente nella RTM del nuovo sistema operativo. Ma non solo: sarà parte di una vera e propria strategia nata dall’ascolto delle esigenze degli utenti di Windows.
Da Redmond riconducono la cosa all’interno della normale evoluzione delle opzioni di disinstallazione già offerte “nei giorni iniziali” del codice a 32 bit di Windows, ma la cosa ottiene un risalto ben più significativo: in molti parlano di una “vittoria” della possibilità di scelta contro l’obbligo a dotarsi di Internet Explorer, una vittoria per gli utenti, per la concorrenza e in ultima istanza per Internet che dovrebbe, col tempo, diventare un posto un po’ più sicuro e meno prono alla compatibilità a tutti i costi verso gli standard di rendering propri dell’engine Trident (su cui IE è basato).
Ma le sorprese della nuova finestra di dialogo “Windows Features” non si fermano a IE, perché a quanto pare gli utenti potranno entro breve eliminare con facilità (al costo di una semplice spunta) anche altri componenti fondamentali del predominio Microsoft sui software applicativi , inclusi Media Player, Windows Search, i Gadget introdotti con Windows Vista e parecchio altro.
Sul blog aziendale si parla di un vero e proprio tema della “scelta e del controllo” sviluppato in seno alla corporation, un tema che è emerso prepotentemente con il feedback degli utenti del mondo Windows e che dovrebbe portare a possibilità di personalizzazione del sistema operativo persino superiori riguardanti Explorer (la shell), la schermata di logon, l’integrazione di un lettore di PDF standard, utilità di sicurezza e per la gestione dei dischi e altro ancora.
Microsoft chiarisce poi la portata effettiva delle “disinstallazioni” dei componenti, che se eliminano il software interessato senza apparentemente lasciare traccia di chiavi di registro, file eseguibili o DLL sparse per le cartelle di sistema, è pur vero che preparano i suddetti componenti in modo che essi possano essere reinstallati con altrettanta facilità , attingendo ai pacchetti di installazione già presenti su hard disk e senza alcuna necessità di mettere mano al disco di installazione originale. Anche questa una possibilità, dicono da Redmond, fortemente richiesta dagli utenti.
E nel caso in cui le API dei componenti in via di disinstallazione servissero al software installato sul sistema, chiariscono infine da Microsoft, gli ingegneri del codice stanno facendo il possibile per prendere decisioni equilibrate che impediscano all’utente finale di richiamare tali API in maniera diretta, bilanciando nel contempo la disinstallazione dei componenti con le aspettative di chi il software lo sviluppa in prima istanza.
Alfonso Maruccia