Non si potrà attentare alla libertà dei cittadini di informarsi ed informare, non si potrà far calare la scure sulla connettività, agendo sulla società civile connessa con bavagli alla libertà di espressione in rete. Il testo del Pacchetto Telecom è stato reintegrato della previsione che avrebbe di fatto messo fuori legge quanto previsto dalla cosiddetta dottrina Sarkozy.
In principio era l’ emendamento 138 : nel quadro di un complesso di regole che potrebbero rischiare di avallare un sistema di risposta graduale alla francese da sferrare nei confronti dei cittadini che violino il diritto d’autore con la mediazione della rete, l’emendamento 138 avrebbe potuto innalzare degli steccati per contenere il raggio di azione dell’industria dei contenuti. Sostenuto con fervore dall’eurodeputato Guy Bono, rilanciato dalla parlamentare europea Catherine Trautmann, l’emendamento 138 avrebbe stabilito la necessità della mediazione dell’autorità giudiziaria nel sanzionare i cittadini della rete: una larga maggioranza dei parlamentari europei aveva concordato sul fatto che l’accesso a Internet costituisca un tassello fondamentale che consente ai cittadini di espletare il proprio diritto a informarsi e a manifestare il proprio pensiero, e sul fatto che privarli di un tale strumento sarebbe stata una decisione da non delegare ad autorità indipendenti in cui militino dei soli rappresentanti del mercato.
Era intervenuto il presidente francese Nicolas Sarkozy: l’emendamento 138, una disposizione che avrebbe smantellato il catafalco di norme con cui la Francia vorrebbe contrastare la pirateria, sarebbe dovuto sparire dal Pacchetto Telecom. Sarkozy si era appellato alla Commissione Europea per ridimensionare le garanzie votate dal Parlamento, la Commissione aveva sottolineato come solo la tutela offerta dall’emendamento 138 avrebbe potuto bilanciare i diritti fondamentali in gioco. Un invito alla proporzionalità ribadito anche dai ministri della Cultura europei.
Poi, la marcia indietro del Consiglio d’Europa, che aveva stralciato dal Pacchetto Telecom l’emendamento 138. I cittadini della rete erano insorti , Bono ne aveva promesso la reintroduzione.
Ora, in fase di seconda lettura presso il Parlamento Europeo, il testo del Pacchetto Telecom è tornato a contenere la disposizione prevista dall’emendamento 138. Nel testo presentato dalla socialista Trautmann, la tutela nei confronti dei cittadini della rete si colloca nell’ emendamento 46 . Quando non si tratti di questioni di sicurezza nazionale, non sarà possibile che una autorità indipendente agisca sulla connessione degli utenti, ciò viene stabilito “applicando il principio secondo cui nessuna restrizione vada imposta sui diritti fondamentali e sulle libertà degli utenti senza una precedente decisione dell’autorità giudiziaria, in accordo con l’articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea sulla libertà di espressione e di informazione”.
Nonostante siano ancora numerosi i nodi da sciogliere nel testo del Pacchetto Telecom, nonostante vi si possano intravedere delle disposizioni che potrebbero aprire la strada a contingenze che attentino alla neutralità della rete, sono in molti ad accogliere con favore il secondo testo. Bono confida nelle istituzioni europee e nel voto del Parlamento, anche in vista dell’inizio delle discussioni relative alla loi Création et Internet , la dottrina Sarkozy, presso l’ Assemblée nationale : “l’Europa – pronostica Bono – non lascerà che l’UMP calpesti i diritti fondamentali dei cittadini francesi”.
La fiducia di Bono sembra esser supportata anche da altre due mosse compiute dalle autorità dell’Unione. Mentre a Parigi è un fermento di emendamenti , di riflessioni e di chiamate alle armi , l’Europa ha accettato di discutere nei prossimi giorni del rapporto Stavros Lambrinidis che, mirato al raggiungimento di un equilibrio tra sicurezza, privacy e libertà di espressione e alla fissazione di una carta dei diritti e dei doveri che tuteli e orienti il cittadino della rete, prevede che “ogni individuo per tutta la vita dovrebbe avere il diritto di accedere al computer e di Internet” e che “tale accesso non deve essere negato come una punizione per sanzionare le violazioni commesse dai cittadini”. Nel contempo, il rapporto Medina Ortega , che avrebbe dovuto orientare l’Unione riguardo ad una più stretta tutela della proprietà intellettuale da ottenersi brandendo un sistema alla francese di avvertimenti e disconnessioni, sembra sempre più lontano . Dopo essere stato deposto dalla commissione Affari Legali del Parlamento Europeo, sembrerebbe , riporta ScambioEtico , che anche la conferenza dei Presidenti dell’europarlamento abbia stabilito di procrastinarne la discussione del rapporto senza fissare alcuna data precisa.
Gaia Bottà