SATA 3.0 sfoggia i muscoli

SATA 3.0 sfoggia i muscoli

Seagate e AMD hanno effettuato per la prima volta una dimostrazione pubblica della prossima generazione dell'interfaccia SATA da 6 Gb/s. Ma quali dispositivi riusciranno a sfruttare realmente tale ampiezza di band?
Seagate e AMD hanno effettuato per la prima volta una dimostrazione pubblica della prossima generazione dell'interfaccia SATA da 6 Gb/s. Ma quali dispositivi riusciranno a sfruttare realmente tale ampiezza di band?

Dal momento della sua introduzione, avvenuta nel 2003, ad oggi, la tecnologia di interconnessione Serial ATA (SATA) ha soppiantato quasi del tutto la vecchia interfaccia PATA/EIDE, quantomeno sul mercato PC. In questo arco di tempo lo standard SATA è passato da una velocità iniziale di 1,5 gigabit per secondo (Gbps) all’odierna velocità di 3 Gbps, ed è ormai imminente una terza revisione che raddoppierà l’attuale transfer rate. Il primo test pubblico della nuova specifica SATA Revisione 3.0 è stato condotto da Seagate e AMD , che insieme hanno mostrato le potenzialità della rinnovata tecnologia di comunicazione seriale.

il nuovo sata3 Nella loro dimostrazione, avvenuta in occasione della Everything Channel Xchange Conference di New Orleans, le due aziende si sono avvalse di un prototipo di hard disk Barracuda e di un prototipo di chipset capaci di supportare l’imminente tecnologia SATA 6 Gbps. Nei propri test, le due partner sono riuscite a registrare una velocità di trasferimento dati di 5,5 Gbps , contro i 2,5 Gbps di un Barracuda 7200.12 con interfaccia SATA 2.0. Il salto di performance è significativo, ma niente illusioni : in scenari d’utilizzo reali, la differenza di performance tra una versione e l’altra di SATA potrebbe essere impercettibile.

Va infatti considerato che gli odierni hard disk, inclusi quelli di classe enterprise, raramente sono in grado di sostenere transfer rate superiori ai 115 MB/s . L’unico modo per sfruttare a fondo la banda messa a disposizione da SATA 3 Gbps è quello di utilizzare in modo massiccio la cache, ma questo succede generalmente soltanto negli ambienti di test, dove si utilizzano benchmark ottimizzati e hard disk con buffer di grandi dimensioni. Il prototipo di Seagate, ad esempio, impiegava 32 MB di cache contro i 16 generalmente integrati negli HDD oggi in commercio.

Il discorso cambia completamente se si prendono in considerazione i sistemi RAID , dove SATA rappresenta un’alternativa entry-level allo standard SAS (Serial Attached SCSI), e i dischi a stato solido . Già oggi questi ultimi sono in grado, con alcuni costosissimi modelli di punta, di fornire un transfer rate sostenuto di circa 250 MB/s , vicinissimo al limite reale di SATA 3 Gbps. In prospettiva, SATA revisione 3.0 sarà dunque necessario per accompagnare l’evoluzione degli SSD , specie in ambito enterprise.

Ma la nuova specifica SATA non si limiterà ad innalzare il transfer rate. Secondo quanto spiegato da SATA-IO (Serial ATA International Organization), il comitato che si occupa della definizione dello standard SATA, la revisione 3.0 migliorerà anche la funzione native command queuing (NCQ), soprattutto per quel che riguarda lo streaming di flussi video, e il supporto alla gestione dei consumi .

Sulla carta, l’NCQ è una caratteristica studiata – come si legge nel comunicato di Seagate – “per incrementare le prestazioni dell’intero sistema e la velocità di trasferimento delle principali applicazioni per PC e, soprattutto, applicazioni scientifiche molto esigenti come la modellazione, le previsioni, le progettazioni e le simulazioni”. Nella pratica, gli incrementi di performance forniti da questa feature sono però molto modesti, specie in ambito consumer.

Per il resto, SATA 6 Gbps conserverà piena compatibilità con le precedenti versioni dello standard , ed utilizzerà gli stessi cavi e connettori.

Per evitare che produttori e utenti chiamino questa specifica in modo inesatto, come spesso avviene riferendosi a SATA 3 Gbps con il nome (errato) di SATA II o SATA2 , SATA-IO ha pubblicato delle linee guida che incoraggiano l’uso del nome Serial ATA Revision 3.0 per riferirsi alla nuova specifica e del nome SATA 6 Gbps per riferirsi, più in generale, alla relativa tecnologia. Al bando, invece, i termini SATA III e SATA 3.0 , anche se probabilmente questi saranno utilizzati ugualmente dai media (noi per primi, vedi titolo della notizia) perché più semplici e concisi.

“La crescente diffusione delle informazioni digitali in ambito privato e professionale stimola lo sviluppo di giochi, video e audio digitali, streaming video, grafica e altre applicazioni che richiedono una maggiore larghezza di banda. Queste esigenze portano ad una domanda di interfacce per PC che possano trasportare ancora più contenuti digitali”, ha dichiarato Joan Motsinger, dirigente di Seagate. “La nuova interfaccia SATA 6Gb/s sarà capace di soddisfare la domanda di maggiore ampiezza di banda per i PC”.

Sebbene la pubblicazione della specifica finale dovrebbe avvenire entro la metà dell’anno in corso, AMD prevede che SATA 6 Gbps diverrà di uso comune soltanto a partire dal 2011 . Il chipmaker californiano prevede di introdurne il supporto in una prossima versione aggiornata del chipset 750, mentre Seagate ha detto che i primi HDD con interfaccia SATA 3.0 potrebbero arrivare sul mercato già entro la fine dell’anno.

Di recente è stato portato a 6 Gbps anche lo standard SAS, e le aziende che lo sviluppano hanno già promesso un upgrade a 12 Gbps per il 2012.

Alessandro Del Rosso

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Pubblicato il
11 mar 2009
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