L'araba fenice degli hard disk

L'araba fenice degli hard disk

Nuovi risultati di laboratorio lasciano presagire una vera e propria rinascita di una tecnologia data spesso per morta. Ma che di qui a breve potrebbe aprire la strada a capacità di storage eccezionali
Nuovi risultati di laboratorio lasciano presagire una vera e propria rinascita di una tecnologia data spesso per morta. Ma che di qui a breve potrebbe aprire la strada a capacità di storage eccezionali

I dischi a stato solido (SSD) sono il futuro dello storage? Forse, ma la conquista definitiva del mercato da parte di tale tecnologia potrebbe essere un futuro ancora molto lontano nel tempo , viste le ricerche portate avanti dalle società di settore su soluzioni avveniristiche per la compattazione nanoscopica della densità di informazioni registrabili per pollice quadrato.

Hitachi ha promesso di immettere sul mercato HD da 4 Terabyte da qui a 3 anni , ma tutti sono concordi nel sostenere che presto le tecnologie di storage magnetico arriveranno a un punto di rottura, un limite fisico invalicabile oltre il quale le testine non potranno riconoscere i bit e i granuli del film che riveste i piatti in rotazione constante e frenetica (5400 rpm? 7200 rpm? 12000 rpm!).

Sarà a quel punto che, augurabilmente, interverrà Seagate , allontanando ancora quel limite invalicabile sino a poter registrare una quantità di dati 50 volte più densa rispetto a quanto possibile con le tecnologie odierne . Molto rimane ancora da fare, e il design della tecnologia ideata dalla corporation americana è tutto fuorché definito, ma anche se in salita la strada pare tracciata: gli SSD non sostituiranno mai il cuore pulsante dei sistemi domestici ad alte prestazioni, grazie al “miracolo” reso possibile da un intelligente uso delle tecnologie ottiche e dei laser nanoscopici.

Alla base della ricerca di Seagate vi è infatti l’utilizzo, assieme alla testina magnetica tradizionale per la lettura e la scrittura delle unità di informazione, di un’ottica laser il cui compito è riscaldare selettivamente i granuli da “incidere” in modo da renderli più stabili e quindi più “malleabili” nel processo di registrazione dei bit.

Seagate sta provando a vincere l’enorme sfida di direzionare selettivamente un fascio luminoso su dimensioni inferiori ai 100 nanometri sfruttando una nuova generazione di laser, nata dagli studi nel campo delle near field optics . Usando antenne ottiche in grado di focalizzare il raggio laser al di sotto di quel limite, i ricercatori sono riusciti a impiegare il processo di stabilizzazione del film magnetico dovuto al calore per raggiungere una densità di informazioni pari a 250 Gigabit per pollice quadrato.

Si tratta, a conti fatti, degli stessi risultati già ottenuti con gli hard disk odierni, ma Seagate avverte che si è avviato un lungo tour de force per raffinare enormemente la nuova soluzione tecnologica: i 250 Gbit per pollice quadro equivalgono a un fascio luminoso delle dimensioni di 70 nanometri, ma nei laboratori di ricerca è già stata dimostrata la possibilità di scendere sino a 20 nm.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
24 mar 2009
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