Il Giappone e l'invasione dei robot domestici

Il Giappone e l'invasione dei robot domestici

Le autorità e gli enti di ricerca sono già al lavoro per garantire nuovi standard di sicurezza. I primi esemplari potrebbero arrivare tra cinque anni: i nuovi robot saranno votati al sociale e all'assistenza sanitaria
Le autorità e gli enti di ricerca sono già al lavoro per garantire nuovi standard di sicurezza. I primi esemplari potrebbero arrivare tra cinque anni: i nuovi robot saranno votati al sociale e all'assistenza sanitaria

Il Giappone si dimostra ancora una volta terreno fertile per il pionerismo robotico, introducendo un nuovo progetto il cui scopo è quello di portare un’assistente cibernetico in molte abitazioni di cittadini. Il tempo stimato per l’invasione dei robo-assistenti è di cinque anni ma, oltre alla ricerca tecnologica, si lavora già a pieno regime per incrementare la coesistenza tra uomo e macchina. Il motivo principale dell’orientamento nipponico è, come ormai noto, dovuto in maggior parte agli effetti generati da un alto tasso di durata media della vita contrapposto ad una bassa soglia di natalità.

Per supportare le previsioni future il Governo sarebbe già a lavoro per spianare la strada che porta all’introduzione di nuovi robot specializzati nell’assistenza domestica di anziani e disabili. In tal senso, sembra esserci la stretta necessità di coniugare la ricerca scientifica con i vari procedimenti etici e legislativi volti ad abbracciare in maniera responsabile uno dei progetti più sentiti dalla popolazione in chiave futura. Per lanciare ulteriormente l’industria locale dedicata alla robotica (stimata intorno al 70 per cento dell’intera produzione a livello mondiale) è stato affidato alla New Energy and Industrial Technology Development Organization il compito di lanciare un progetto di durata quinquennale che partirà dal prossimo aprile e che ha come scopo quello di gettare le basi in termini di standard tecnologici votati alla sicurezza.

“Speriamo che l’industria robotica nipponica continuerà a giocare un ruolo cruciale anche grazie all’introduzione di linee guida necessarie all’introduzione dei robot-badanti” ha dichiarato il ministro del Commercio Motoki Korenaga. Come già detto, uno dei fattori che spinge l’amministrazione del sol levante verso l’adozione di robot è dato dall’invecchiamento della popolazione: “dal momento che ciò costituisce un problema per molti paesi industrializzati, il Giappone – continua – vuole divenire un punto di riferimento nell’indirizzare la società all’utilizzo dei robot”. A tal proposito, molte delle recenti innovazioni prodotte dal settore sono esclusivamente destinate al sostegno di anziani e disabili: ne è esempio l’ultima versione di HAL , l’ormai celebre esoscheletro affittabile proprio in Giappone, più volte richiesto da enti militari che si son visti negare qualsiasi richiesta di negoziazione.

Le prospettive di mercato che ruotano intorno al futuro dell’industria del settore robotico del paese asiatico sono quantomai eloquenti: secondo alcune stime entro il 2025 si raggiungeranno valori pari a 64 miliardi di dollari, di cui oltre la metà sarà destinata ad investimenti in ambito di assistenza sanitaria. Comunque, quello del Giappone non costituisce di un caso isolato: altre realtà puntano decisamente alla robotizzazione dell’assistenza sanitaria dedicata soprattutto ai lungodegenti e a chi ha problemi di mobilità, nonché agli anziani. Tra queste, la più vivace sembra essere quella della Corea del Sud , da tempo impegnata in programmi di ricerca volti ad incrementare l’utilizzo di robot da compagnia. Nella stessa direzione pare muoversi la Norvegia , le cui istituzioni sono decise a sopperire alla mancanza di personale specializzato per accudire pazienti ed anziani proprio con l’utilizzo di robot. Anche in questo caso, bisognerà attendere almeno il 2015. Nonostante tutto, questo continua ad essere il primo e vero secolo dei robot.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il 27 mar 2009
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