Doveva essere uno scontro tra titani, si è risolta nella classica tempesta in un bicchier d’acqua: le accuse reciproche di infrazioni di brevetto scambiate tra Microsoft e TomTom non hanno più ragion d’essere, visto che le due società si sono accordate fuori dalle aule giudiziarie per risolvere la questione senza eccessivi spargimenti di sangue o parcelle di avvocati.
In realtà, più che di mutuo accordo la conclusione della vicenda ha il sapore di una resa incondizionata da parte di TomTom , perché non solo quest’ultima ha lasciato cadere le sue pretese nei confronti di Microsoft, accusata di sfruttamento indebito di quattro brevetti per i software e i dispositivi di navigazione di proprietà della società olandese, ma ha sostanzialmente confermato quanto Redmond sosteneva sull’ abuso delle proprietà intellettuali inerenti la logica interna del file system usato sui navigatori della concorrente.
L’ accordo extra-giudiziario prevede infatti che TomTom pagherà per lo sfruttamento (sin qui) abusivo dei brevetti suddetti, impegnandosi a rimuoverne due inerenti il file system FAT32 implementato nel kernel Linux del software dei navigatori entro i prossimi due anni . Nel corso di questo arco temporale Microsoft si è impegnata a non rivalersi in tribunale nei confronti dei clienti TomTom che utilizzino i prodotti incriminati.
Gli altri tre brevetti rivendicati da Redmond sono salvi, posto che essi vengano implementati seguendo correttamente i dettami della licenza open GPLv2. Microsoft, dal canto suo, non ha praticamente subito nessun contraccolpo dall’accordo , potendo continuare a utilizzare quanto contestato da TomTom senza dover versare un singolo centesimo a quest’ultima.
In seguito alla conclusione della vicenda, Peter Spours, direttore della divisione IP strategy and transactions di TomTom, ha ribadito l’impegno della sua società con la community dell’open source come dimostrato dalla volontà di seguire quanto previsto dalla GPLv2 in rispetto all’accordo preso con Microsoft. Quest’ultima si dice “soddisfatta” della decisione di TomTom di risolvere la faccenda fuori dai tribunali e ribadisce che l’azienda europea non è la prima ad aver pagato per l’autorizzazione a sfruttare i brevetti sullo storico file system “universale” , sia nel caso di prodotti open source che di quelli basati su codice proprietario.
A rimanere irrisolta è l’eterna questione sulle reali intenzioni di Microsoft nei confronti del mondo open e del sistema operativo del pinguino: la minaccia da “fine di mondo” dei 200 e passa brevetti violati da Linux&compagnia pesa ancora come un punto interrogativo inevaso rispetto al destino del pinguino.
Alfonso Maruccia