Nuovo colpo di scena per il caso Capitol contro Thomas , che da un paio d’anni vede contrapposti la madre single del Minnesota Jammie Thomas e lo squadrone d’assalto degli avvocati di RIAA in rappresentanza delle Big Four (Sony, Universal, EMI e Warner) dell’industria musicale. La donna deve ora far fronte agli attacchi legali delle major senza il suo avvocato , avendo quest’ultimo deciso di chiamarsi fuori dal burrascoso e (soprattutto) costoso caso.
A quanto pare la multa da 220mila dollari originariamente comminata alla signora Thomas non è il solo aggravio economico insostenibile a essere scaturito dall’azione legale dell’industria: l’avvocato Brian Toder ha ufficialmente chiesto al giudice distrettuale del Minnesota Michael Davis il permesso di ritirarsi dal contezioso, che gli sarebbe già costato 130mila dollari messi di sua tasca durante il primo processo. Dollari che “non verranno mai recuperati”, e per di più con la possibilità che altrettanti saranno necessari per continuare a rappresentare la difesa.
Secondo i documenti legali presentati al giudice né la signora Thomas né RIAA si oppongono alla rinuncia di Toder. Quello a cui RIAA risulta contraria è però la concessione di un rinvio alla difesa per la ricerca di una nuova, adeguata rappresentanza legale.
Le major, insomma, in vista di un possibile secondo processo non vogliono lasciare spazio a mamma Jammie per organizzarsi: il rischio che una adeguata preparazione possa in qualche modo ribaltare le sorti del primo dibattimento sono evidentemente più consistenti del previsto, oppure in ogni caso i discografici non vogliono lasciare alcun margine di errore per esser certi che questa volta tutto vada come da loro prospettato. La scadenza per la prima udienza del 15 giugno, in ogni caso, dovrà essere rispettata.
L’avvocato blogger Ray Beckerman osserva che “solo gli avvocati di RIAA” sarebbero capaci di osteggiare la concessione di un rinvio in una situazione del genere, un comportamento che giudica inaccettabile per qualsiasi praticante legale. In virtù di questo comportamento Beckerman si è attivato cercando un legale qualificato disposto a rappresentare la signora Thomas “pro bono”, senza chiedere compensi in cambio se non quelli eventualmente previsti come risarcimento in caso di vittoria.
Alfonso Maruccia