Cinque anni e la legge di Moore sarà storia

Cinque anni e la legge di Moore sarà storia

Il founder di SanDisk non ha dubbi: tempo un lustro e la celebre massima del co-fondatore di Intel non potrà più essere applicata al mercato dei semiconduttori. Cosa c'è oltre Moore? Tante incognite e chip tridimensionali
Il founder di SanDisk non ha dubbi: tempo un lustro e la celebre massima del co-fondatore di Intel non potrà più essere applicata al mercato dei semiconduttori. Cosa c'è oltre Moore? Tante incognite e chip tridimensionali

È un’abitudine molto popolare tra i protagonisti dell’industria hi-tech, quella di pronosticare la morte della legge di Moore e poi vantarsi di aver azzeccato la giusta previsione della definitiva uscita di scena dello storico enunciato teorico-pratico di Gordon Moore. Recentemente l’enunciato è stato dichiarato prossimo alla morte dal ricercatore di IBM Carl Anderson, e a rincarare la dose arriva ora Eli Harari, fondatore e CEO del produttore di chip di memoria e dischi SSD SanDisk che prevede con altrettanta precisione l’invalidazione dell’enunciato al massimo entro cinque anni .

Alla conclusione di questo periodo di tempo l’intera industria dei semiconduttori cozzerà contro “un muro di mattoni”, avverte Harari attraverso il NY Times , e non sarà più possibile moltiplicare (più o meno) per 2 la capacità semiconduttori come appunto prevede la legge di Moore. Harari porta l’esempio che ha in casa quando ricorda che dal 1990 a oggi, 19 anni dopo la fondazione di SanDisk, il numero di bit di informazione che la società è in grado di stoccare in un singolo chip è cresciuto da 4 milioni a 64 miliardi, raddoppiando per ben 14 volte in quasi due decadi .

Una crescita senza precedenti che è poi stata la stessa dei semiconduttori usati nei microprocessori di Intel e AMD, ma che non sarà più valida in un futuro oramai prossimo perché secondo Harari “non abbiamo più elettroni a disposizione” per registrare i bit di cui sopra. SanDisk è passata da 4 milioni di elettroni per singola cella di memoria (vale a dire lo spazio minimo occupabile dall’informazione digitale) alle “poche centinaia” di oggi, e di certo “non possiamo scendere al di sotto di uno” dice il dirigente.

Certo, la crescente complessità della circuiteria elettronica dei controller che registrano i bit sui chip flash (non volatili) aiuta a guadagnare in spazio disponibile per i dati degli utenti, ma il tempo è tiranno e per Harari c’è giusto lo spazio per un altro paio di raddoppi delle capacità dei chip (dai 64 miliardi di bit di oggi sino a 256 Gigabit) e poi più nulla. Addio alla legge di Moore, e questa volta per sempre, a quanto pare.

Ovviamente l’industria continuerà a crescere lo stesso anche dopo aver archiviato la legge di Moore , sostiene Harari, e tra le soluzioni alternative alla compattazione reiterata e forsennata del numero di transistor il CEO di SanDisk evoca i famigerati chip tridimensionali , dispositivi salvifici che, come i grattacieli hanno risolto i problemi di spazio abitabile nelle immoderate megalopoli statunitensi, così permetteranno (una volta risolti i problemi che ancora affliggono la tecnologia) di traghettare l’hi-tech verso nuovi orizzonti fatti di multi-Terabyte, Petabyte, Exabyte e via elencando.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
26 mag 2009
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