EFF traccia il web 2.0

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Con un servizio si tengono d'occhio i contratti tra utenti e provider. Un modo come un altro, dicono, per controllare i controllori: e migliorare la qualità della vità online
Con un servizio si tengono d'occhio i contratti tra utenti e provider. Un modo come un altro, dicono, per controllare i controllori: e migliorare la qualità della vità online

Electronic Frontier Foundation ha lanciato nelle scorse ore un sito web che consente di monitorare i cambiamenti nelle policy sui termini di servizio dei principali spazi online. Si chiama TOSBack e, nelle intenzioni di EFF, dovrebbe rendere agli utenti la possibilità di tracciare i (potenziali) tracciatori .

“I termini di servizio sono il perno fondamentale della relazione che ciascuno di noi ha con i siti di social networking, con le aziende online e con le altre comunità online. Solo che la maggior parte delle persone prende consapevolezza di tali termini solo quando c’è un problema” spiega il manager di EFF Tim Jones. “Abbiamo creato TOSBack per aiutare i consumatori a monitorare le relazioni che li legano ai siti di uso quotidiano, e per mostrare come i termini di esse si modifichino nel tempo”.

Il sito è organizzato intorno ad un feed informativo in stile Twitter, lungo il quale vengono documentati in maniera istantanea tutti i cambiamenti e gli aggiornamenti di termini di quasi quaranta tra i più popolari siti web, da Facebook a Google, YouTube, Amazon fino a Data.gov.

Cliccando su una qualsiasi delle icone presenti nel flusso, invece, si accede ad una scheda comparativa organizzata secondo la logica del “prima e dopo”, dove sono dettagliate le parti in cui i termini hanno subito aggiunte, elisioni, modifiche.

Il tema dei cambiamenti nei termini di servizio dei siti è tornato alla ribalta all’inizio del 2009, quando Facebook ha modificato le regole di ingaggio contrattuali con i propri utenti. Dando a milioni di persone la percezione che i loro dati personali, e i contenuti via via riversati all’interno dello spazio sociale avrebbero potuto essere reimpiegati in maniera indipendente dalla loro volontà.

A quel punto, posta di fronte alla reazione irata di migliaia e migliaia di navigatori, Facebook ha deciso di ritirare i cambiamenti operati.

Da allora la questione è stata ampiamente dibattuta. Ma a livello di consapevolezza dei navigatori il problema resta. Secondo una ricerca Carnegie Mellon, il navigatore che volesse leggere per intero le politiche sulla privacy dei siti visitati in un anno impiegherebbe mediamente 200 ore. Ed appare quindi comprensibile che la maggior parte degli utenti faccia a meno di studiare in dettaglio i Terms of Service . Il tutto mentre le aziende mantengono il diritto di modificare i propri termini di servizio in qualunque momento, per qualsiasi ragione e senza inviare notifiche ai propri clienti.

“Alcuni cambiamenti nei termini di servizio sono buoni per gli utenti, altri non lo sono” ha dichiarato il responsabile legale di EFF Fred von Lohmann. “Ma è un fatto che le persone stanno crescentemente affidando ai siti web informazioni personali di ogni tipo, dalle fotografie alle liste di amici fino ai calendari, ed in alcuni casi persino i dati medici”. L’auspicio di EFF, adesso, è che TOSBack consenta loro di tutelarsi meglio.

Giovanni Arata

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Pubblicato il
8 giu 2009
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