Dopo il clamoroso exploit in patria con la conquista di un seggio al Parlamento Europeo, il Partito Pirata svedese continua a rafforzare la sua vecchia idea di “paneuropeismo” dando vita a omologhi in tutta Europa e conquistando sempre maggiore visibilità anche nell’ambito della politica “tradizionale”, quella che in genere non gradisce vedersi accostare a termini come “pirateria” e “file sharing”.
L’avanzata inesorabile dei disegni di legge anti-Internet, pensati con l’obiettivo di aumentare il controllo governativo nel nome della sicurezza o sancire la sudditanza delle libertà dei cittadini della rete agli interessi dell’industria dei contenuti, riguarda oramai tutta l’Europa ed è dunque comprensibile che un movimento nato in risposta a simili iniziative acquisti a sua volta una valenza continentale.
Uno dei paesi più esposti al vento di restaurazione delle lobby pro-copyright è ad esempio la Francia, che si è vista censurare la famigerata legge HADOPI nelle sue misure “ammazza-connessione” ma nonostante questo continua dritto sulla strada della difesa dello status quo e degli attuali modelli di business del mercato multimediale. Ma in Francia la politica o quantomeno l’opinione pubblica potrebbero presto dover fare i conti con una voce fuori dal coro , una voce portata avanti da Rémy Cérésiani e dal neonato Partito Pirata francese .
Cérésiani, studente di scienze politiche, ha nei giorni scorsi depositato lo statuto della nuova formazione presso le autorità competenti dando così il via all’avventura dell’ennesimo spin-off del PiratPariet originario, del tutto simile a quest’ultimo dall’inconfondibile logo-bandiera nera sino allo statuto fondativo con gli obiettivi primari di difesa delle libertà digitali, protezione della privacy e condivisione della conoscenza.
Il Parti Pirate francese comincia la sua scalata alla rappresentanza democratica da un gruppo su Facebook , e se per motivi di mera tempistica non ha avuto modo di esprimersi sulla succitata legge HADOPI certo è che si farà presto sentire sulla nuova versione dell’altrettanto spigolosa proposta nota come LOPPSI , che tra le altre cose vuole introdurre in Francia gli stessi strumenti di controllo a mezzo spyware statale già introdotti in Germania .
E proprio dalla Germania arriva l’altra novità in merito di Piratpariet paneuropeo, o per meglio dire riguardo il Piraten Partei tedesco che nonostante i risultati non proprio clamorosi delle ultime elezioni può comunque già contare tra le sue fila un rappresentante nel parlamento nazionale. Jorg Tauss ha infatti lasciato il partito socialdemocratico (SPD) per entrare nel Piraten Partei , adducendo come motivazione le sue preoccupazioni riguardo alla censura di Internet che potrebbe scaturire dall’impiego delle recentemente approvate blacklist di stato .
La vicenda di Tauss si tinge però di giallo perché il parlamentare è attualmente sotto indagine in merito al possesso di immagini pedopornografiche, guarda caso la giustificazione principale per cui le suddette blacklist sono state attivate. Tauss sostiene di avere quelle immagini per via di certe sue indagini nella “sottocultura” che le ha messe in circolo, e il Piraten Partei dice che finché non ci saranno condanne formali non sussistono motivazioni concrete per dubitare della “innocenza e integrità morale” del loro neo-iscritto.
Alfonso Maruccia