Android: dopo l'SDK, l'NDK

Android: dopo l'SDK, l'NDK

Il nuovo Native Development Kit per Android permette agli sviluppatori di bypassare la macchina virtuale del sistema operativo e di scrivere i propri programmi in codice nativo, spremendo ogni goccia di potenza della CPU
Il nuovo Native Development Kit per Android permette agli sviluppatori di bypassare la macchina virtuale del sistema operativo e di scrivere i propri programmi in codice nativo, spremendo ogni goccia di potenza della CPU

Da oggi chi sviluppa applicazioni per Android ha la possibilità di uscire dalla “gabbia dorata” della macchina virtuale Dalvik , all’interno della quale girano tutte le odierne applicazioni scritte per il giovane OS di Google, e accedere direttamente al codice macchina sottostante (l’ ARMv5TE ). A renderlo possibile è l’ Android 1.5 Native Development Kit (NDK), che si va ad affiancare all’ SDK preesistente .

logo L’NDK permette agli sviluppatori di scrivere porzioni di un’applicazione utilizzando i linguaggi nativi di Android, C e C++, e le librerie libc (C library), libm (math library), libz (ZLib compression library) e liblog (utilizzata per inviare messaggi logcat al kernel).

Il principale vantaggio nell’utilizzare codice nativo è dato dalla possibilità di bypassare tutti i controlli e le mediazioni della virtual machine di Android, sfruttando più a fondo la potenza della CPU. Ciò serve soprattutto quando si ha necessità di scrivere applicazioni che facciano un uso intensivo della CPU ma un moderato uso della RAM, e magari si voglia riutilizzare codice C/C++ già esistente.

Come si spiega in questo post dell’Android Developers Blog, l’uso dell’NDK va ben ponderato: tagliare fuori la Dalvik virtual machine, si avvisa nell’articolo, significa “che le vostre applicazioni saranno più complicate, avranno una compatibilità ridotta, non potranno accedere alle API del framework e saranno più difficili da debuggare”.

“Tenete a mente che non tutte le applicazioni Android possono trarre benefici dall’uso dell’NDK – si legge nel succitato post – Come sviluppatori, dovrete bilanciare vantaggi e svantaggi, e questi ultimi sono numerosi!”. Tra le applicazioni che potrebbero meglio adattarsi all’uso dell’NDK il post cita quelle che eseguono complesse simulazioni fisiche e che elaborano i segnali.

L’Android 1.5 NDK Release 1 può essere scaricato da qui per Windows, Mac OS X e Linux. L’Android 1.5 SDK, necessario per l’installazione dell’NDK, è invece disponibile qui .

Alessandro Del Rosso

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Pubblicato il
29 giu 2009
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